K metro 0 – Parigi – Nella giornata di mercoledì la Francia ha chiesto all’Iran di non allontanarsi ulteriormente dagli accordi presi nel patto sul nucleare del 2015, in particolare da Parigi sono preoccupati per la minaccia lanciata da Teheran sull’incremento della velocità di arricchimento dell’uranio il mese prossimo. L’Iran negli ultimi mesi sta infrangendo
K metro 0 – Parigi – Nella giornata di mercoledì la Francia ha chiesto all’Iran di non allontanarsi ulteriormente dagli accordi presi nel patto sul nucleare del 2015, in particolare da Parigi sono preoccupati per la minaccia lanciata da Teheran sull’incremento della velocità di arricchimento dell’uranio il mese prossimo.
L’Iran negli ultimi mesi sta infrangendo le restrizioni dell’accordo gradualmente, in risposta alle pesanti sanzioni imposte dagli Stati Uniti, che hanno deciso di abbandonare il trattato lo scorso anno. Teheran ha rivelato che la prossima mossa avverrà il 6 novembre e molti diplomatici credono che possa trattarsi di qualcosa che costringa le potenze europee, che stanno cercando tutt’ora di salvare il patto, a un intervento. Regno Unito, Francia e Germania, tutti e tre Paesi firmatari, non hanno ancora messo in campo alcuna contromisura. “L’Iran deve astenersi dall’entrare in una nuova fase che potrebbe contribuire a un’escalation delle tensioni”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri francese, Agnès von der Muhll. Intanto, il presidente iraniano Hassan Rouhani ha rivelato che Teheran è al lavoro su centrifughe nuove e tecnologicamente avanzate per l’arricchimento dell’uranio. Il trattato del 2015 permette all’Iran di accumulare uranio arricchito solamente con poco più di 5 mila centrifughe di prima generazione a Natanz, i modelli avanzati invece sono utilizzati esclusivamente per la ricerca. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha cercato negli ultimi mesi di vestire i panni del mediatore tra Stati Uniti e Iran per quanto riguarda l’accordo sul nucleare. Tra le altre cose ha tentato anche di organizzare, invano, un incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e Rouhani a New York ma le speranze per un faccia a faccia tra i due si assottigliano, visto che Teheran vuole che prima vengano eliminate le sanzioni. Le tensioni tra le parti sono destinate ad essere alimentate dalle ultime vicende di cronaca. La Halkbank, seconda banca statale turca, è stata accusata di frode e riciclaggio di denaro dopo aver violato le sanzioni imposte dagli Usa all’Iran. Washington, invece, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, avrebbe risposto agli attacchi subiti dagli impianti petroliferi sauditi, imputati a Teheran, con un cyber-attacco segreto.
Nel frattempo, proprio l’Iran sta trattenendo in custodia cautelare un ricercatore francese ormai da mesi. Sempre mercoledì Agnès von der Muhll ha definito la situazione “inaccettabile” e ha chiesto l’immediato rilascio. Sono arrivate, infatti, conferme sul fatto che Roland Marchal si trovi in Iran -assieme al suo collega Fariba Adelkhah – in un momento diplomaticamente delicato per quanto concerne il Golfo persico. Marchal è uno esperto di Africa sub-sahariana all’Università di Parigi Sciences Po, ed è stato fermato a giugno in Iran, dove si sarebbe dovuto incontrare proprio con Adelkhah. I due sarebbero legati da una relazione sentimentale, secondo quanto riportato dal professore della Sciensces Po, Richard Banegas.