K metro 0 – Madrid – Dopo 15 anni di discussioni tra Europa e USA sui possibili sussidi statali all’industria aeronautica, entrambe le parti si sono rivolte ai rispettivi produttori di velivoli; la WTO, World Trade Organization, ha autorizzato questo mercoledì a Washington di imporre dazi alle esportazioni europee per un totale di 7500 milioni di dollari. L’ammontare
K metro 0 – Madrid – Dopo 15 anni di discussioni tra Europa e USA sui possibili sussidi statali all’industria aeronautica, entrambe le parti si sono rivolte ai rispettivi produttori di velivoli; la WTO, World Trade Organization, ha autorizzato questo mercoledì a Washington di imporre dazi alle esportazioni europee per un totale di 7500 milioni di dollari. L’ammontare dei dazi compensatori riguardanti il caso della Boeing sarà noto entro il 2020.
Tutto questo accade all’interno di una guerra commerciale tra gli USA e il resto del mondo, iniziata con la Cina, anche se Trump ha ricevuto il capo delegazione cinese Liu He e i mercati hanno reagito positivamente alle speranze di una ‘intesa tra le due prime potenze economiche.
Secondo l’analisti, il motivo principale di questa scelta è che i prestiti che la UE ha concesso ad Airbus –che avrebbero avuto come obbiettivo rendere possibile la realizzazione dell’A380 – sono stati dichiarati illegittimi dalla WTO, oltre che dall’accordo del 1992 tra UE e USA che pose fine agli aiuti finanziari sia ad Airbus che alla Boeing. Ciononostante, l’Unione Europea sostiene che gli aiuti economici concessi a Boeing per lo sviluppo del modello 777X siano anch’essi illegali. Questo preoccupa diverse aziende, che sono già influenzate dal conflitto tra USA e Cina. Il CEO della Ryanair, Michael O’ Leary, è preoccupato per la possibilità di sanzioni equivalenti contro i Boeing usati dalla compagnia irlandese.
I dazi influenzerebbero molti prodotti europei. Per la Spagna si calcola che ammontino a 1000 milioni di dollari, un fatto che ha allarmato il governo e il settore agricolo, una delle principali vittime nel paese mediterraneo. Per il Regno Unito saranno colpiti principalmente whisky e lana, in Germania anche il caffè, e vari prodotti nel resto d’Europa, i cui produttori vedranno un aumento del 25% di dazi sulle esportazioni negli USA, che influenzerà inevitabilmente la domanda. Bruxelles sta lavorando su un possibile accordo con gli USA per evitare l’impennata dei dazi una risoluzione passata potrebbe consentire l’implemento di dazi per 4000 milioni di dollari. Vi è anche un incontro fissato per il 14 ottobre tra i rappresentanti delle parti coinvolte, dove potrebbero raggiungere un accordo. Ciononostante, alcuni politici europei sono più propensi a sovvenzionare i propri prodotti, per contrastare la concorrenza spietata dei prodotti provenienti dal mercato cinese.
Quest’ ultima lascia i produttori europei in una posizione particolare; cosa può fare un piccolo esportatore immaginando che i propri prodotti subiranno pesanti tariffe con l’entrata nella più grande economia del mondo? Una soluzione è raggiungibile se gli Stati della Ue si fanno sentire attraverso Bruxelles. Ci sono, poi, degli accordi in corso tra Ue e vari paesi latinoamericani e asiatici, come il Mercosur con America Latina e Vietnam, che offrono prospettive interessanti per il futuro. Tuttavia, non dimentichiamo che questa situazione di conflitto commerciale nuoce al produttore europeo e potenzialmente anche al consumatore, se i dazi sui prodotti americani dovessero diventare realtà, quindi è auspicabile che i negoziati possano interrompere questo conflitto, che potrebbe creare molti più danni che benefici.
di Alfonso Aledo