K metro 0 – Bruxelles – Sylvie Goulard, ex ministra francese designata dal presidente Emmanuel Macron a sedere nella prossima Commissione europea, si è vista respingere la candidatura con una grossa maggioranza nel voto degli europarlamentari delle commissioni che l’hanno ascoltata in audizione. Tra gli eurodeputati chiamati ad esprimersi con voto segreto, 82 hanno votato
K metro 0 – Bruxelles – Sylvie Goulard, ex ministra francese designata dal presidente Emmanuel Macron a sedere nella prossima Commissione europea, si è vista respingere la candidatura con una grossa maggioranza nel voto degli europarlamentari delle commissioni che l’hanno ascoltata in audizione. Tra gli eurodeputati chiamati ad esprimersi con voto segreto, 82 hanno votato contro, 29 a favore e uno si è astenuto. A carico di Goulard sono aperte due inchieste, una della giustizia francese e l’altra dell’ufficio anticorruzione della Ue (Olaf), in relazione alla sua presunta partecipazione a un sistema di impieghi fittizi messo in piedi dal suo partito centrista, il MoDem.
“Prendo atto della decisione del Parlamento europeo, nel rispetto della democrazia. Ringrazio il Presidente della Repubblica e Ursula von der Leyen per la loro fiducia e tutti i deputati che hanno votato per me”. È la prima, scarna reazione di Sylvie Goulard, affidata al suo account su Twitter, dopo la sonora bocciatura ricevuta, oggi a Bruxelles, dai deputati delle commissioni del Parlamento europeo delle commissioni competenti per la sua audizione di conferma come commissaria designata al Mercato interno, Industria, Digitale e Difesa. Il tono del tweet sembra indicare che Goulard dà ormai per scontata la sua sostituzione con un altro candidato da parte della Francia. In effetti sarebbe la cosa più semplice, anche se in realtà la presidente eletta della nuova Commissione, Ursula von der Leyen, non è obbligata a procedere in questo senso. Von der Leyen dovrà ora consultarsi con il presidente francese Emmanuel Macron per decidere cosa fare.
Ora la ‘palla’ è dunque nelle mani di Ursula von der Leyen. Dovrà concordare con il presidente francese Macron la via da seguire, dopo un primo contatto già avvenuto con il presidente del Parlamento Sassoli. In teoria potrebbe anche confermare la designazione di Sylvie Goulard a commissaria. Tuttavia, correrebbe il rischio di subire la bocciatura di tutta la Commissione. Le strade possono essere due: il cambio di portafoglio a Goulard o la sua sostituzione. Più probabilmente la seconda ipotesi è la più realistica. Già si sussurrano dei nomi: l’attuale ministro delle finanze Le Maire, il negoziatore per la Brexit Barnier e il presidente della commissione Ambiente del Parlamento Ue Pascal Canfin (macroniano). La cosa certa è che la bocciatura di Goulard è un colpo duro contro Macron. È la terza designazione affossata dal Parlamento, dopo quella dell’ungherese Trocsanyi (Ppe) e della socialista romena Plumb. Von der Leyen non ha ancora dato il via libera ai sostituti indicati da Budapest e Bucarest. Per Goulard però siamo al fine partita: questa è la convinzione comune. Tuttavia, non c’è stata ancora una formalizzazione. L’Eliseo ha indicato che si è trattato di ‘un gioco politico che riguarda la Commissione europea nel suo insieme” e che Macron parlerà con la presidente della nuova Commissione “per esaminare i passi successivi, nel rispetto del portafoglio attribuito alla Francia”.
Ma Emmanuel Macron “non comprende” le ragioni della bocciatura della candidatura di Sylvie Goulard da parte del Parlamento europeo e chiede spiegazioni. Nel corso di una conferenza stampa a Lione, il presidente francese ha denunciato che nel voto degli europarlamentari potrebbe essere “entrato in gioco del risentimento, forse della meschinità”. E a proposito dei suoi rapporti con Ursula von Der Leyen, la posizione di Macron è feroce: “Io mi sono battuto per un portafoglio, avevo proposto tre nomi – ha continuato Macron – Mi ha detto che il none era formidabile, va bene e poi mi dicono che non lo vogliono più. Mi devono spiegare”. Infatti, afferma Macron, fu la presidente eletta della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, a garantirgli di aver ottenuto l’accordo dei gruppi Ppe, Pse e RenewEurope, per la candidatura della francese ex ministra della Difesa. “Non capisco come, quando la presidente nominata della Commissione ha una discussione con i tre capigruppo e che si mettono d’accordo su qualcosa, poi possa cambiare in questo modo”. “Dunque, ho bisogno di capire”, ha proseguito Macron a Lione, dicendosi tuttavia “molto rilassato, quello che conta è il portafoglio. Ho bisogno di capire cosa è successo di risentimento, se non di bassezza”. Vedremo come le capitali e le istituzioni europee replicheranno a queste accuse del presidente francese Macron. La partita è ancora aperta.
di Joseph Villeroy