K metro 0 – Londra – La Gran Bretagna e l’Unione europea, lunedì, sono sembrate nuovamente distanti dal raggiungimento di un accordo sulla Brexit. Il governo olandese ha chiesto a quello britannico di offrire “più realismo e chiarezza”, con il premier Boris Johnson che continua a volere condizioni meno rigide da parte del blocco. La
K metro 0 – Londra – La Gran Bretagna e l’Unione europea, lunedì, sono sembrate nuovamente distanti dal raggiungimento di un accordo sulla Brexit. Il governo olandese ha chiesto a quello britannico di offrire “più realismo e chiarezza”, con il premier Boris Johnson che continua a volere condizioni meno rigide da parte del blocco.
La scorsa settimana, proprio l’esecutivo britannico aveva inviato all’Ue alcune proposte per permettere al Paese di portare a termine la Brexit con accordo. Il ministro degli Esteri olandese, Stef Blok, dopo essersi incontrato con il segretario per la Brexit britannico, Stephen Barclay, ha sottolineato come siano da sciogliere ancora “alcuni nodi fondamentali”. L’Unione si oppone a qualsiasi tipo di controllo doganale personalizzato ed è scettica riguardo la possibilità di eseguirli attraverso apparecchiature tecnologiche, come da proposta del Regno Unito. I leader europei, inoltre, hanno criticato anche l’ipotesi di concedere al governo dell’Irlanda del Nord di porre il veto sugli accordi futuri per la frontiera irlandese. “Siamo pronti a parlare con l’Ue per ratificare un accordo”, ha riferito il portavoce di Johnson, James Slack, che poi ha aggiunto: “Abbiamo proposto un buon compromesso e ora ci aspettiamo che l’Unione riconosca lo sforzo fatto”.
I partiti dell’opposizione, intanto, concordano sul tornare alle urne, a novembre o dicembre, una volta che la Brexit no-deal sarà scongiurata. L’intenzione iniziale quella di far cadere il governo attuale attraverso un voto di sfiducia, andando poi a rimpiazzare Johnson con un leader di unità nazionale che assuma l’incarico fino alle prossime elezioni. Tuttavia, non è stata trovata una figura che possa andar bene a tutti i partiti. Se si dovesse arrivare a nuove votazioni, l’uscita “a tutti i costi” prima di Halloween promessa da Johnson potrebbe portare a una campagna elettorale basata sulla contrapposizione tra popolo e parlamento. Il premier potrebbe quindi far leva sul fatto di aver provato in ogni modo a completare la Brexit, venendo però ostacolato da parlamento e Unione europea. I conservatori sperano di poter ottenere comunque una maggioranza in parlamento e con essa la possibilità di abbandonare l’Ue alle proprie condizioni, nonostante possano emergere divisioni ancora più grandi di quelle attuali nella prossima legislatura.
Sempre nella giornata di ieri, una corte scozzese ha respinto il tentativo di alcuni oppositori della Brexit di chiedere al primo ministro Johnson di ottenere un ulteriore rinvio del termine ultimo per l’uscita dall’Unione europea. Il Parlamento ha già emanato una legge che obbliga il governo a chiedere all’Ue di posporre l’uscita se non verrà raggiunto un accordo entro il 19 ottobre. Johnson ha più volte ribadito che non lo farà – ma si è anche impegnato a rispettare le leggi e non è chiaro come possa venire a capo della situazione. Gli oppositori, infatti, avrebbero chiesto alla Corte di Sessione scozzese di ordinare a Johnson di mantenere la promessa fatta. Il giudice Paul Cullen ha sottolineato come il premier, attraverso una nota, abbia rassicurato di “accettare il fatto di dover rispettare la legge del 2019”.