K metro 0 – New York – Un’Assemblea generale densa di temi essenziali per il futuro dell’ambiente e della stessa democrazia. Questo è il primo commento da fare a proposito di quest’ultima Assemblea dell’ONU, che si chiuderà il 30 settembre e vede la partecipazione di 136 Paesi, su 193 che sono membri delle Nazioni Unite. Nel
K metro 0 – New York – Un’Assemblea generale densa di temi essenziali per il futuro dell’ambiente e della stessa democrazia. Questo è il primo commento da fare a proposito di quest’ultima Assemblea dell’ONU, che si chiuderà il 30 settembre e vede la partecipazione di 136 Paesi, su 193 che sono membri delle Nazioni Unite.
Nel suo discorso di apertura, il Segretario generale Antonio Guterres ha passato in rassegna i principali fattori di rischio che oggi tormentano la vita delle nazioni: soffermandosi soprattutto sul pericolo – che, ha detto, “può essere non ancora grande, ma reale” – di una nuova frattura del mondo in due blocchi contrapposti, guidato uno dagli USA, l’altro dalla Cina. Due superpotenze che oggi, ha sottolineato Guterres, citato da Associated Press, stanno entrando in contrapposizione un po’ su tutto: su Internet, circolazione finanziaria, commercio, regole finanziarie, e, “soprattutto, sulle loro complessive strategie geopolitiche e militari”. “Dobbiamo fare di tutto per evitare questa grave frattura”, ha proseguito il segretario ONU; “e mantenere invece un sistema universale, un’economia universale, con universale rispetto per la legge internazionale; un mondo multipolare con forti istituzioni multilaterali”. Tanta gente al mondo oggi ancora crede “nello spirito e nelle idee” delle Nazioni Unite e nel loro progetto di un mondo multipolare, dove nessuno Stato possa dominare gli altri e tutti collaborino per risolvere i problemi comuni; ma è anche vero – ha ricordato – che tanta gente, in tante parti del mondo, teme invece di essere calpestata, umiliata, sfruttata, e abbandonata agli spettri della disoccupazione, dell’inquinamento da combustibili fossili, del cambiamento climatico e della distruzione ambientale.” Oggi – ha sottolineato ancora il segretario Guterres – noi, leader mondiali, dobbiamo decidere che cosa è meglio per noi, i popoli”.
Oltre a soffermarsi sulla lotta ad inquinamento, desertificazione e cambiamento climatico (temi dove hanno campeggiato poi, l’intervento del presidente francese Macron, e l’indiretto confronto fra Trump e la giovane “pasionaria dell’ambiente”, Greta Turnberg), Guterres ha passato in rassegna le principali “guerre calde” in corso attualmente sul pianeta, ricordando, per ognuna, l’impegno delle Nazioni Unite per individuare soluzioni pacifiche e nonviolente. Yemen, Libia, Afghanistan, Venezuela (dove prosegue il braccio di ferro in corso ormai da mesi tra Maduro, che l’ONU continua a riconoscere come legittimo presidente eletto, e il presidente del Parlamento Juan Guaidò), Medio Oriente, Golfo Persico, con le gravi rivalità iraniano- saudita e iraniano-statunitense, e Asia sudorientale.