K metro 0 – Washington – Le minacce che in queste settimane stanno mettendo a dura prova il commercio sono la preoccupazione più grande per l’economia globale, ma quella statunitense, la più grande, rimane ancora in buona salute. Lo ha dichiarato il prossimo presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde in un’intervista rilasciata ai microfoni
K metro 0 – Washington – Le minacce che in queste settimane stanno mettendo a dura prova il commercio sono la preoccupazione più grande per l’economia globale, ma quella statunitense, la più grande, rimane ancora in buona salute. Lo ha dichiarato il prossimo presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde in un’intervista rilasciata ai microfoni della CNBC lunedì.
Lagarde, che ha guidato il Fondo Monetario Internazionale dal 2011, ha spiegato che i dazi imposti da Stati Uniti e Cina andranno a rosicchiare uno 0,8% dal tasso di crescita economica globale nel 2020, piombando così “come una grossa nuvola nera e minacciosa sull’economia mondiale”. Al contempo, però, ha sottolineato che l’economia americana sta tenendo bene e si trova “in buone condizioni”. “Se l’Eurozona dovesse riuscire a rafforzarsi, e alcuni indicatori danno buone speranze sul fatto che questo accada nel breve periodo, con un unione bancaria solida, con un mercato finanziario migliore (che abbia dimensioni da area euro) e con maggiori sforzi per aiutare l’economia, credo che questa parte del mondo possa migliorare la propria condizione”, ha aggiunto. Sulla crescita a rilento dell’Eurozona, Lagarde ha ribadito che per alcune decisioni ci è voluto più tempo visto che le politiche monetarie vanno concordate con tutti e 19 i Paesi membri. “La mia speranza è che non si tratti solamente di politica monetaria ma anche fiscale. Si tratta anche di riforme strutturali, che servono ad aiutare le imprese, gli investimenti e le assunzioni”, ha concluso. Il Parlamento europeo la scorsa settimana ha eletto come prossimo presidente della Banca centrale proprio Lagarde, che sarà la prima donna ad assumere questo incarico. 394 parlamentari hanno votato a favore, 206 contro e 49 si sono astenuti lo scorso 17 settembre.
Intanto, secondo Mario Draghi, presidente uscente della Bce, l’economia dell’Eurozona non starebbe mostrando indicazioni di rimbalzo e che proprio per questo i governi dovrebbero incrementare la propria spesa in aggiunta all’ultimo pacchetto di stimoli. Queste le osservazioni che Draghi ha fatto nell’incontro di lunedì a Bruxelles con la commissione agli affari economici e monetari del Parlamento europeo. “I dati non mostrano indicazioni convincenti su un rimbalzo di breve periodo”, la crescita £ha perso slancio” e i rischi sono “riveduti al ribasso” ha sottolineato. Si è rivolto poi ai governi in buone condizioni finanziarie e ha chiesto di “agire in modo concreto e con tempestività”, la reazione è stata però fredda. La Germania, il Paese più grande della Zona Euro, ha respinto l’idea di prendere in prestito più soldi per investire nelle infrastrutture. La Banca centrale, che definisce le politiche sui tassi d’interesse per i Paesi che utilizzano l’euro, ha annunciato il 12 settembre scorso un nuovo taglio ai tassi e un nuovo programma di acquisto di titoli di Stato, che dovrebbe sostenere la crescita economica e l’inflazione.