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Brexit. Si attende il verdetto della Corte Suprema sulla chiusura del Parlamento britannico

Brexit. Si attende il verdetto della Corte Suprema sulla chiusura del Parlamento britannico

K metro 0 – Londra – Il governo britannico e i suoi oppositori si sono confrontati nella giornata di martedì davanti la Corte Superma del Regno Unito, in un faccia a faccia che stabilirà se il nuovo primo ministro Borish Johnon ha infranto o meno la legge sospendendo il parlamento in un momento cruciale per

K metro 0 – Londra – Il governo britannico e i suoi oppositori si sono confrontati nella giornata di martedì davanti la Corte Superma del Regno Unito, in un faccia a faccia che stabilirà se il nuovo primo ministro Borish Johnon ha infranto o meno la legge sospendendo il parlamento in un momento cruciale per il Paese, che si appresta ad abbandonare l’Unione europea il mese prossimo.

All’esterno dell’edificio della corte, nei pressi di Parliament Square a Londra, manifestanti pro-Ue e pro-Brexit si sono scambiati cori e insulti. L’opposizione, intanto, ha accusato Johnson di aver chiuso illegalmente il parlamento, a poche settimane dalla data fissata per la Brexit, per “lo scopo improprio” di evitare che i parlamentari possano passare al vaglio il suo progetto di uscita dall’Unione. Tra le altre cose il premier è stato accusato di aver mentito alla Regina Elisabetta, la cui approvazione formale era richiesta per attuare la sospensione. Il governo si è difeso dichiarando che la sospensione è una questione politica, non da portare al cospetto di una corte. L’avvocato Richard Keen ha sottolineato come i giudici del tribunale di primo grado si sono “intromessi nell’arena politica” decidendo di affrontare la questione da un punto di vista legale. “La corte non ha gli strumenti per decretare quale sia una considerazione politica legittima”, ha ribadito. Johnson ha spedito a casa i parlamentari il 9 settembre scorso mentre il rientro in Parlamento è fissato per il 14 ottobre, a due settimane dalla deadline per la Brexit del 31 ottobre. Un verdetto negativo nei confronti del governo da parte della Corte Suprema potrebbe costringere Johnson a fare dietrofront, nonostante non abbia chiarito le sue mosse in uno scenario del genere. Ai microfoni della BBC, lunedì, aveva dichiarato di voler “solamente aspettare il verdetto”.

Il primo ministro britannico ha spesso ricordato l’obiettivo numero uno del suo mandato: far uscire il Regno Unito dall’Unione europea con o senza accordo alla fine del mese. Molti parlamentari britannici, tuttavia, credono che una Brexit dura (senza accordo) possa essere economicamente devastante e socialmente destabilizzante per il Paese, per questo l’intenzione è quella di ostacolare il suo piano. Molti credono che Johnson veda il Parlamento come un impedimento al proprio progetto politico e per questo lo avrebbe ‘messo a tacere’. L’ex sindaco di Londra ha spiegato che sospensioni del genere sono tutt’altro che straordinarie e ha poi annunciato che il governo potrà esporre il proprio programma alla riapertura del Parlamento. L’Alta corte inglese ha già stabilito che la mossa non va valutata legalmente ma politicamente, i giudici della corte scozzese, invece, hanno descritto le azioni di Johnson come illegali e tese ad “evitare le valutazioni democratiche”. La Corte Suprema è chiamata a decidere da quale parte risiede la ragione, in un processo che potrebbe durare fino a tre giorni.

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