K metro 0 – Londra – La sterlina, nella giornata di martedì, ha toccato il suo valore più basso rispetto al dollaro dal 1985, non contando il ‘crollo improvviso’ del 2016 che fu probabilmente causato da problemi tecnici, con gli investitori internazionali in preparazione alla complicata settimana che li attende. La valuta britannica è sprofondata
K metro 0 – Londra – La sterlina, nella giornata di martedì, ha toccato il suo valore più basso rispetto al dollaro dal 1985, non contando il ‘crollo improvviso’ del 2016 che fu probabilmente causato da problemi tecnici, con gli investitori internazionali in preparazione alla complicata settimana che li attende. La valuta britannica è sprofondata fino a 1,1960 $, perdendo quasi un centesimo rispetto al giorno precedente. Nel 2016 riuscì addirittura ad arrivare a 1,789 $ per circa due minuti.
Nel pomeriggio di ieri, inoltre, il primo ministro britannico Boris Johnson ha perso la maggioranza in parlamento, dopo che uno dei legislatori del Partito Conservatore è passato ad un altro partito, proprio nel bel mezzo della crisi per la Brexit. Phillip Lee ha lasciato i conservatori per unirsi a liberaldemocratici, contrari all’uscita del Paese dall’Unione europea. Ecco cosa ha detto riguardo le motivazioni che lo hanno spinto a prendere questa decisione: “Questo governo vuole prepotentemente una Brexit dannosa e per ottenerla sta usando qualsiasi mezzo”. La mossa ha messo in seria difficoltà Johnson, che sta cercando di evitare che il Parlamento ostacoli i suoi piani. I colleghi di partito del premier britannico potrebbero costringere il governo a chiedere un’ulteriore estensione della data ultima per la Brexit, attualmente fissata al 31 ottobre. Il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, ha commentato così la faccenda martedì, a pochi minuti dalla perdita della maggioranza del Partito Conservatore: “Questo governo non ha un incarico, non ha una morale e, ad oggi, non ha una maggioranza”. Corbyn sta avendo un ruolo centrale in parlamento nel far passare una norma che possa obbligare Johnson a rimandare ancora una volta l’uscita dall’Unione europea. Il primo ministro britannico potrebbe dover indire nuove elezioni se il parlamento dovesse proporre una nuova data per la Brexit.
Intanto, il ministro dell’Europa e degli affari esteri, Amelie de Montchalin, ha annunciato che il governo francese è pronto a ricevere proposte alternative di Brexit da parte del Regno Unito e ha sottolineato come ancora non ne sia arrivata nessuna. Il governo francese al momento è concentrato sulle conseguenze, e le relative misure da mettere in campo, che l’uscita dall’Unione senza accordo il 31 ottobre prossimo possa portare. Inoltre, ha anche accusato i politici britannici di aver drammatizzato oltre ogni limite la clausola del backstop, che eviterebbe la creazione di una nuova frontiera tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord. “La clausola del backstop non è un mostro a due teste, siamo pronti ad ascoltare le proposte della Gran Bretagna”. Proprio a proposito della situazione irlandese, il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha chiesto a Dublino e al resto dell’Unione europea di “discutere in buona fede” con il Regno Unito. Martedì, Pence è stato accolto dal primo ministro irlandese, Leo Varadkar, nella Capitale e ha tenuto a ribadire che Washington sostiene la scelta del Regno Unito di abbandonare l’Ue e vorrebbe che le negoziazioni andassero a buon fine.