K metro 0 – Amatrice – Accadde il 24 agosto 2016 il terremoto che devastò Amatrice, e numerosi comuni del centro Italia. A farne le spese tra i tanti paesi ci fù anche Saletta, frazione di Amatrice, che vide le proprie case sbriciolarsi in pochi minuti. Ora per ricordare le vittime di questa tragedia sta per uscire il libro “Tutto in una vita,
K metro 0 – Amatrice – Accadde il 24 agosto 2016 il terremoto che devastò Amatrice, e numerosi comuni del centro Italia. A farne le spese tra i tanti paesi ci fù anche Saletta, frazione di Amatrice, che vide le proprie case sbriciolarsi in pochi minuti.
Ora per ricordare le vittime di questa tragedia sta per uscire il libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto” di Barbara Appiano, Edizioni Kimerik, con le testimonianze dei sopravvissuti, vittime di questa immane tragedia.
A collaborare alla stesura del libro il comitato di RicostruiamoSaletta.org, costituito da giovani di Saletta che hanno perso i parenti sotto le macerie del terremoto del 24 agosto 2016 e il Gruppo Donatori Sangue Onlus Presidenza del Consiglio dei Ministri, una onlus costituita da persone che lavorano a Palazzo Chigi e che promuovono la solidarieta’ con donazione del sangue e altre opere di bene.
Entrambe le realtà hanno partecipato al progetto di questo libro, insieme al pittore Andrea Guasti che ha dato la disponibilità del suo quadro “Paese Mitologico” per la copertina del libro, perché i proventi del libro saranno a loro devoluti, visto che stanno raccogliendo fondi per costruire un ambulatorio di medicina di base che a Saletta ad oggi è ancora inesistente.
Il libro sarà presentato domenica 8 settembre 2019 a Saletta per la commemorazione del terzo anniversario del terremoto e il ricavato verrà interamente devoluto alle due associazioni per la costruzione dell’ambulatorio.
Per saperne di più sul libro rimandiamo all’audio intervista fatta alla scrittrice e pubblicata su Radio Cusano Campus: www.tag24.it/podcast/barbara-appiano-libro-vita-un-minuto.
La prefazione del libro
In un mondo dominato dal motto “tutto e subito”, spesso l’uomo non si rende conto dei reali tempi della vita e di come tutto possa essere spezzato via in un istante. In tal senso, fin dal titolo Tutto in una vita, tutto in un minuto, Barbara Appiano presenta ai suoi lettori le testimonianze, raccolte in un romanzo post-verista, dei terremotati del Borgo di Saletta, frazione di Amatrice, colpita dal sisma del 2016.
L’autrice aveva affrontato la tematica del terremoto già in Città senza semafori e case con le ruote (Fondazione Luzi Editore 2018), ove, attraverso il racconto di Babilon, emergeva la lentezza della burocrazia rispetto all’immediatezza delle catastrofi. Anche in questo nuovo libro l’onda sismica viene descritta come un fiume in piena, che devasta tutto e distrugge in un baleno quanto si è costruito con impegno in una vita intera.
L’alluvioterremotato, neologismo coniato dalla viva penna della scrittrice, diventa il simbolo della quotidiana nostalgia per un passato ormai insalvabile. Fuor di metafora, ognuno di noi può provare tali sensazioni, quando si ostina così tanto da non vedere al di là delle proprie macerie esistenziali.
Dunque, il romanzo è scritto dal pugno duro di uno spirito ribelle, che fa parlare in prima persona il terremoto stesso, per esortarci alla resistenza, affinché impariamo a ricominciare sempre, anche se siamo caduti in fondo al baratro. Barbara Appiano, infatti, ha visitato di persona i luoghi colpiti dal terremoto e ha voluto raccontare le storie di alcune vittime, perché le lori morti non siano avvenute invano, ma ci siano di monito.
Di fronte a una Natura Matrigna di leopardiana memoria, le vite di Tazio, Marilisa, Sirena, Nuvola e di tanti altri sono una testimonianza del nostro fallimento, della nostra dolorosa rabbia per non aver saputo prevedere e per non aver potuto evitare il crollo del mondo in una sorta di autoesplosione. Il terremoto è sempre in agguato, pronto a colpire in zone diverse in tempi differenti, riducendo in polvere le mura appena ricostruite.
Così l’autrice rievoca Pompei, distrutta, ma sopravvissuta, o meglio mummificata, rispetto all’oblio del tempo. Le catastrofi assumono quindi un valore simbolico, giacché rappresentano il cambiamento rapido e reboante in contrapposizione allo scorrere lento e silenzioso della quotidianità, bruscamente interrotta e trasformata per sempre da un attimo infinito, ove dolore e rabbia si fondono.
Se si vuole superare l’ira, intrisa di pathos, è necessario un progetto di vera fratellanza, di stampo non solo evangelico, ma anche filosofico, nella costruzione di una nuova epistemologia morale. A questo proposito, attraverso le vicende dei sopravvissuti, Barbara Appiano si rivolge a ciascuno di noi, perché in fondo ogni lettore è un superstite di fronte ai grandi lutti della vita. Da combattente, la scrittrice ci esorta a non cedere, bensì a essere sempre resilienti, traendo forza, anche nelle tragedie, dall’amore, unico motore immobile della nostra esistenza. Pertanto, per riprogettare il mondo, dobbiamo abbandonare la tecnocrazia delle tecnologie imperanti, in modo da recuperare la vera coscienza etica, basata sulle ragioni del cuore. Insomma, è necessario che l’uomo torni a sentire la natura, invece di tentare di dominare la realtà circostante.
Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia