fbpx

Kashmir, resta alta la tensione, malcontento nella polizia

Kashmir, resta alta la tensione, malcontento nella polizia

K metro 0 – Nuova Delhi – Si complica la situazione del Kashmir, il vasto territorio, a popolazione in maggioranza musulmana, che sin dal 1947 è conteso tra India e Pakistan, e a cui il Governo indiano, ai primi di agosto, ha revocato lo status costituzionale di Stato della Federazione, con parziale autonomia legislativa, declassandolo a semplice

K metro 0 – Nuova Delhi – Si complica la situazione del Kashmir, il vasto territorio, a popolazione in maggioranza musulmana, che sin dal 1947 è conteso tra India e Pakistan, e a cui il Governo indiano, ai primi di agosto, ha revocato lo status costituzionale di Stato della Federazione, con parziale autonomia legislativa, declassandolo a semplice territorio amministrato da Nuova Delhi.

Al malumore della popolazione si è aggiunto, ora, quello della polizia locale. Trenta agenti di polizia del Kashmir – che hanno parlato mantenendo l’anonimato, temendo punizioni dai loro superiori – hanno riferito all’ Associated Press di essere stati messi da parte e, in alcuni casi, disarmati dalle autorità di Nuova Delhi.

L’improvviso ordine di disarmo, seguìto alla revoca dell’autonomia costituzionale del Kashmir, sta deprimendo fortemente il morale di ufficiali ed agenti portandoli a sentirsi intrappolati tra i loro vertici, che in gran parte restano fedeli all’India, e la popolazione locale, che, ancor più di prima, ora li vede come semplici collaborazionisti di Nuova Delhi.  “Alla fine della giornata, non apparteniamo ai nostri né ci fidiamo delle autorità superiori”, ha detto un ufficiale, sintetizzando efficacemente lo stato d’animo predominante, ora, tra i poliziotti del Kashmir.

Molti agenti hanno precisato che le armi da fuoco erano state loro tolte già alcuni giorni prima che il decreto del governo indiano, sopprimente l’autonomia del Kashmir, fosse presentato in Parlamento; nel probabile timore, da parte del governo di Narendra Modi, di una rivolta della polizia kashmira. Dopo il disarmo della maggior parte di essa, negli ultimi giorni almeno tre sparatorie sono scoppiate tra agenti e soldati indiani, con feriti da entrambe le parti, hanno riferito due poliziotti.

In passato, sin dagli anni ’50 –’60, la polizia del Kashmir indiano, obbedendo strettamente agli ordini di Nuova Delhi, ha collaborato alla repressione dei movimenti indipendentisti locali, che volevano una fusione col Pakistan o almeno una più larga autonomia legislativa e amministrativa. Quando è scoppiata, nel 1989, l’ultima insurrezione armata del Kashmir, la polizia inizialmente ha combattuto contro di essa: ma nel giro di pochi anni molti agenti, con i loro comandanti, passarono dalla parte degli insorti, sino alla rivolta di massa della polizia contro l’India del 1993.

Ora, “Quei Kashmiri che lavorano nella polizia hanno la possibilità di riscattarsi”, ha detto Reyaz Naikoo, un comandante ribelle, in una dichiarazione audio ampiamente condivisa sui social media, sostenendo di aver già contattato alcuni ufficiali. Mentre il portavoce della polizia del Kashmir, Syed Javaid Mujtaba Gillani, ha respinto la richiesta di Naikoo, minimizzando i problemi e sostenendo che gli ufficiali della polizia stanno svolgendo i loro “compiti professionali come abbiamo fatto prima”.

La situazione, insomma, resta tesa, Intanto, un gesto che dal Kashmir è stato interpretato obbiettivamente come un affronto è stato il conferimento al Premier indiano Narendra Modi del più alto onore civile degli Emirati Arabi Uniti, durante una sua visita, sabato 24 agosto, nella ricca nazione petrolifera del Golfo, abitata quasi interamente da musulmani.

L’accoglimento di Modi nell’ “Ordine di Zayed” mostra l’importanza che gli Emirati attribuiscono all’India, terzo consumatore mondiale di greggio: su cui la Federazione degli sceicchi si affida per la crescita della sua economia.

Gli attivisti per i diritti umani hanno denunciato questo gesto degli Emirati. “Con diversi Stati del Golfo in un abbraccio sempre più stretto con Modi, i diritti umani sono stati scartati a favore delle opportunità economiche”, ha scritto Samah Hadid, un avvocato militante per i diritti umani, con sede a Beirut. “La difficile situazione del Kashmir non sarà solo messa a tacere dalla repressione dell’India, ma anche dall’apatia di coloro che per lungo tempo hanno affermato di parlare per loro”, ha proseguito Hadid: riferendosi indirettamente anche al Pakistan, che non ha commentato l’attribuzione dell’onorificenza a Modi.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: