K metro 0 – Roma – Una nuova ondata di caldo proveniente dall’Africa – la quinta di quest’anno– sta per giungere sull’Italia, sulla Grecia e fino sulle coste della Turchia. Gli esperti prevedono che le temperature arriveranno fino a 38/40 gradi, a partire da lunedì 19 agosto e fino a giovedì 22. “La prossima settimana, almeno
K metro 0 – Roma – Una nuova ondata di caldo proveniente dall’Africa – la quinta di quest’anno– sta per giungere sull’Italia, sulla Grecia e fino sulle coste della Turchia. Gli esperti prevedono che le temperature arriveranno fino a 38/40 gradi, a partire da lunedì 19 agosto e fino a giovedì 22.
“La prossima settimana, almeno la prima parte, vedrà l’ennesima rimonta dell’anticiclone africano, responsabile di una nuova ondata di calore”, avverte Ferrara di 3bmeteo.com .“Interessato soprattutto il Centro-sud con picchi nuovamente di oltre 34-35°C sulle aree interne, qualche grado in meno lungo le coste ma con afa in aumento. Caldo afoso anche al Nord, che tuttavia verrà lambito dalle correnti atlantiche in scorrimento oltralpe Queste ultime saranno così responsabili di qualche rovescio o temporale dapprima su Alpi e Piemonte, successivamente non escluso anche su Prealpi e Pianura Padana, sebbene in modo molto occasionale. In particolare, i temporali avranno maggiori chances di svilupparsi da mercoledì 21 al Nord con marginale interessamento anche delle regioni del Centro dal 23-24 agosto. Data la presenza di aria calda e umida, non si escludono fenomeni anche di forte intensità, per quanto di breve durata e molto localizzati. Ricordiamo infatti che questo non significa che pioverà 24 ore su 24, ma che oltre al sole si dovrà mettere in conto la possibilità di qualche temporale”
Sono più di due mesi che l’estate imperversa sull’Italia e sull’Europa, con brevi ma intense incursioni dell’anticiclone africano, responsabile dell’arrivo di aria umida e cocente. Quest’anno però, stiamo assistendo ad una serie di fenomeni legati al calore che hanno colpito regioni storicamente meno esposte. In Alaska si sono registrate temperature record a giugno e luglio e il livello di umidità, eccezionalmente basso, ha portato alla disidratazione delle piante, rendendole così altamente infiammabili. Inoltre, i fenomeni legati all’energia atmosferica quali i fulmini, hanno provocato il 95% degli incendi che hanno infiammato la regione.
Anche in Siberia, gli incendi sono hanno avuto la stessa origine, bruciando le foreste tanto da diffondere il fumo in Canada e in Alaska. Secondo l’Associated Press, Maxim Yakovenko, capo dei servizi meteorologici della Russia, ha dichiarato in una conferenza stampa che “gli incendi sono senza alcun dubbio collegati ai cambiamenti climatici”. Il fumo di questi roghi, nonostante la distanza, è arrivato nelle aree più densamente popolate della Russia, dove si sono riscontrati problemi di salute dovuti alla sua inalazione: dal bruciore degli occhi all’ affaticamento del cuore e dei polmoni.
Nel frattempo, l’ondata di calore che ha causato temperature record in Europa ha colpito la Groenlandia: anche qui si sono registrati incendi e la sua calotta polare, nella sola giornata del 1° agosto, ha perso 12 miliardi di tonnellate di ghiaccio, secondo Holthaus. A ciò si aggiunge anche la fuliggine, o fumo nero, che viene sprigionata dalle fiamme e che, in una sorta di reazione a catena, si poggia sulla calotta polare rendendola scura e perciò maggiormente fotoassorbente, alzandone così la temperatura e determinando un’ulteriore accelerazione del suo scioglimento.
Le cause dei cambiamenti climatici vanno ricercate sia nelle scelte energetiche scriteriate che negli stili di vita irrispettosi dell’ambiente. Brian Brettschneider, climatologo dell’International Arctic Research Center dell’University of Alaska Fairbanks, ha dichiarato recentemente: “Non c’è un percorso in cui si possa immaginare che l’Artico inizierà a raffreddarsi di nuovo. L’aria fredda deve provenire da qualche parte, l’aria fredda non appare per magia, e deve essere spiegata da qualche parte nell’intero bilancio energetico della Terra. In questo momento, tutta la Terra si è riscaldata. Servirebbe una drastica inversione della composizione chimica dell’atmosfera”.
Ma, ancor più, serve un maggiore rispetto per l’ambiente, che dovrebbe entrare come materia di studio nei programmi scolastici.
di Stefania Catallo