K metro 0/Jobsnews – London – Aumentano i dubbi sulla preparazione dell’Ue alla separazione con la Gran Bretagna a seguito di un no deal sulla Brexit. Fino a poco tempo fa, scrive il Wall Street Journal, pochi funzionari europei credevano alla ipotesi di un no deal mentre i loro governi avviavano i preparativi. Ora, le
K metro 0/Jobsnews – London – Aumentano i dubbi sulla preparazione dell’Ue alla separazione con la Gran Bretagna a seguito di un no deal sulla Brexit. Fino a poco tempo fa, scrive il Wall Street Journal, pochi funzionari europei credevano alla ipotesi di un no deal mentre i loro governi avviavano i preparativi. Ora, le crescenti minacce del primo ministro Boris Johnson di portare la Gran Bretagna fuori dall’Ue con o senza un accordo entro la scadenza del 31 ottobre, stanno spingendo i funzionari europei a rispolverare i piani che vanno dalle campagne di informazione alle assunzioni veloci di funzionari doganali. Secondo il quotidiano finanziario i leaders europei puntano ad aumentare la consapevolezza di una Brexit tra le piccole e medie imprese mentre le grandi aziende si stanno preparando assumendo consulenti, spostando le sedi, accumulando merci, preparando metodi di trasporto alternativi e determinando le tariffe o le procedure doganali che si applicherebbero ai prodotti scambiati con l’Europa. Ma le piccole imprese europee e britanniche sono ancora impreparate, ha avvertito la Confederazione dell’industria britannica in un recente rapporto.
“Per centinaia di migliaia di piccole aziende, spostare risorse preziose, sia umane che finanziarie, per le misure di preparazione alla Brexit è impossibile”, afferma il rapporto. Come membro dell’Ue, il Regno Unito opera all’interno dell’unione doganale del blocco. In caso di uscita senza accordo, le tariffe per le merci sarebbero quelle del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, che vengono utilizzate tra i paesi senza accordi commerciali. Da dicembre 2017 l’Ue ha elaborato piani di emergenza per affrontare tale possibilità. In alcuni casi ha prorogato i diritti esistenti, ad esempio estendendo l’accesso allo spazio aereo europeo per le compagnie britanniche o consentendo ai cittadini britannici di continuare a soggiornare in Europa senza visti dopo la Brexit. Ma una Brexit senza accordi significherebbe probabilmente anche controlli e tariffe alle frontiere, i pescatori britannici, ad esempio, non potrebbero buttare le loro reti nelle acque europee e la polizia britannica verrebbe tagliata fuori dai database di sicurezza europei. In Francia e nei Paesi Bassi, le autorità doganali hanno installato software dedicati per i commercianti, costruito nuovi parcheggi e accelerato l’assunzione di centinaia di funzionari doganali, per essere pronti ai problemi attesi che scatteranno i giorni successivi alla Brexit.
Contro l’ipotesi del no deal è tornato invece a esprimersi dal Galles il leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn, paventando effetti disastrosi sull’economia britannica e i posti di lavoro. Corbyn ha poi ripetuto d’essere pronto a mettere in cantiere una mozione di sfiducia ai Comuni contro Johnson “in autunno”, ma solo “quando riterremo di poter vincere”.