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Dal Portogallo alla Siberia, non si fermano in Europa le fiamme degli incendi 

Dal Portogallo alla Siberia, non si fermano in Europa le fiamme degli incendi 

K metro 0 – Lisbona – Non si placa l’ondata di incendi che da Est a Ovest sta tormentando l’Europa, complici il caldo, la siccità, il vento causato dagli incendi stessi, che favorisce il propagarsi delle fiamme. La penisola iberica sembra stretta in una morsa di fuoco; le autorità portoghesi – informa AP – riferiscono che circa 500 pompieri

K metro 0 – Lisbona – Non si placa l’ondata di incendi che da Est a Ovest sta tormentando l’Europa, complici il caldo, la siccità, il vento causato dagli incendi stessi, che favorisce il propagarsi delle fiamme. La penisola iberica sembra stretta in una morsa di fuoco; le autorità portoghesi – informa AP – riferiscono che circa 500 pompieri stanno combattendo un altro incendio scoppiato in un’area centrale del Paese, a circa 100 chilometri a nord-est di Lisbona.

L’Agenzia portoghese per la Protezione civile ha precisato il 4 agosto che i pompieri sono sostenuti da oltre 100 veicoli antincendio e tre aerei. Il rogo si è acceso sabato 3 agosto, vicino a Tomar, cittadina di 40.000 abitanti, grande centro turistico e culturale. Il portavoce antincendio Mario Silvestre ha detto all’emittente di Stato portoghese RTP che le fiamme, comunque, sono “al 90% sotto controllo”; RTP afferma che un pompiere è stato curato per ustioni.

A luglio, i vigili del fuoco hanno avuto bisogno di quattro giorni per estinguere un altro grande incendio, che ha causato 39 feriti. Nel 2017, le fiamme in Portogallo avevano causato la morte di almeno 106 persone, spingendo le autorità ad attuare misure più severe di prevenzione: l’anno scorso, così, non si sono registrate vittime.

Ogni anno in Europa gli incendi distruggono migliaia di ettari di foreste. Anche se i Paesi dell’Europa meridionale sono più a rischio, nessun Paese europeo può dirsi completamente immune dal rischio.

All’estremità opposta d’Europa, e oltre gli Urali, informano sempre le agenzie stampa e i media locali, prosegue l’offensiva delle fiamme in Russia, fortemente contenuta, però, dalle speciali unità antincendio dell’esercito. I militari russi affermano che i loro aerei hanno lasciato cadere più di 1.200 tonnellate di acqua in un solo giorno per combattere gli incendi in Siberia, facendo progressi nell’estinzione delle fiamme.

L’ acqua versata da aerei ed elicotteri militari – informa sempre l’esercito russo – ha spento le fiamme in circa 1700 chilometri quadrati delle regioni di Irkutsk e Krasnoyarsk. La scorsa settimana il presidente Putin aveva ordinato al personale militare di unirsi alla lotta contro gli incendi boschivi in Siberia e in Estremo Oriente: che, insieme, hanno coinvolto territori delle dimensioni del Belgio.

Le autorità hanno riferito oggi di un’esplosione in una base militare russa in Siberia che ha provocato incendi, ferendo almeno quattro persone, immediata e stata le evacuazioni dei residenti nell’area circostante. A metà pomeriggio circa 1.000 persone avevano lasciato gli insediamenti vicino alla base. Il sindaco di Achinsk, Ilay Akhmetov, ha dichiarato che i 100.000 residenti della città erano in procinto per l’evacuazione.

L’esercito russo si appoggia per il supporto logistico quasi totalmente all’aviazione militare che conta : 10 Iliushin-71, velivoli in grado di trasportare fino a 42 tonnellate di acqua; un discreto numero di elicotteri anti-incendio; oltre 800 vigili del fuoco, che però, essendo l’area interessata molto vasta, sono per lo più impegnati a proteggere le vicinanze dei centri abitati.

La comunità scientifica e gli ambientalisti russi sono seriamente preoccupati per i danni all’ambiente causati da questo mare di fuoco: che, secondo alcuni esperti, è al tempo stesso conseguenza e, in parte, anche causa del generale rialzo termico che si sta verificando nel Paese, spia di un pericoloso cambiamento climatico.

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