K metro 0 – Madrid – La Spagna ha accumulato, durante il primo semestre dell’anno, un deficit di 10.514 milioni di euro (pari allo 0.84% del PIL): che ha comportato un aumento registrato del 27,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonostante un incremento delle entrate. Il motivo è che le spese pubbliche sono aumentate
K metro 0 – Madrid – La Spagna ha accumulato, durante il primo semestre dell’anno, un deficit di 10.514 milioni di euro (pari allo 0.84% del PIL): che ha comportato un aumento registrato del 27,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonostante un incremento delle entrate. Il motivo è che le spese pubbliche sono aumentate più delle entrate; di fatto sono cresciute del 3,8%, per un totale di 105.258 milioni mentre i guadagni sono cresciuti solo del 1,8%, fino a raggiungere 94.744 milioni di euro, secondo gli ultimi dati del Ministero del Tesoro. Come confermato dai dati, l’aumento delle entrate pubbliche non è stato abbastanza per coprire le spese, e il debito pubblico spagnolo continua a salire.
Una delle principali ragioni per l’aumento di spesa è stata la crescita di fondi per i sistemi di finanziamento regionali e locali, insieme ai costi delle elezioni del 2018 e al considerevole aumento degli stipendi pubblici e delle pensioni, contabilizzati fin dal 1° gennaio, mentre l’anno scorso sono entrati in vigore a luglio, dopo l’approvazione della finanziaria.
Il Tesoro spagnolo ha pubblicato il deficit delle pubbliche amministrazioni fino al mese di maggio, mancando però di inserire il disavanzo delle cooperative locali: disavanzo che si attestava a 16.957 milioni, il 7,5% in più rispetto a un anno prima. Le Comunità autonome hanno registrato fino a maggio scorso un disavanzo di 4.321 milioni: il 20,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2018, e solo le Asturie, La Rioja e i Paesi Baschi hanno ottenuto eccedenze nel periodo (cosa impensabile, invece, per la Catalogna, data la sua travagliata situazione politica).
In relazione ai dati dello Stato, il più grande contributo ai guadagni è stata la riscossione delle tasse e quote sociali, che costituiscono un totale di 85.05 milioni, corrispondenti ad una crescita dell’1,1%.
I fondi della previdenza sociale sono rimasti in attivo fino a maggio (traguardo da non sottovalutare, considerando la media delle situazioni della previdenza pubblica in tutti i i Paesi UE): situazione, questa, che però cambierà fortemente nella seconda parte dell’anno, poiché si prevede che la previdenza, anzi, risulterà il sottosettore pubblico con il deficit maggiore per il 2019.
Le riscossioni dell’IVA sono aumentate fino a 41.960 milioni (+ 3,1%) insieme ad un aumento di tasse sul reddito del 5%, fino a raggiungere 19.244 milioni. Mentre, al contrario, la riscossione delle tasse sulle imprese è scesa del 9.6%, a causa principalmente della devoluzione a beneficio di un’impresa di ben 700 milioni: facendo così scendere il denaro raccolto da queste tasse a 7.558 milioni.
Il trasferimento di capitale nelle pubbliche amministrazioni ha anch’esso subìto un aumento del 9,1%, dovuto al surplus incassato dall’Agenzia per il Trasporto (233 milioni), insieme alle maggiori entrate dai sistemi finanziari regionali. I soldi ricevuti dalle Regioni a causa del nuovo sistema finanziario sono cresciuti del 5,6%, per un totale di 33.598 milioni.
D’altro canto, parlando di spese, la retribuzione dei lavoratori statali è aumentata del 7,3%, arrivando a più di 9.400 milioni, e quella dei lavoratori in campo sociale del 13,3%.
Possiamo concludere dicendo che gli sforzi dell’esecutivo spagnolo per aumentare la spesa pubblica e finanziare tale spesa riscuotendo più denaro dalle tasse non sono stati sufficienti e hanno causato l’aumento del debito pubblico, rispetto ai risultati dello scorso anno. Solo il tempo dirà se il governo sarà in grado di sistemare i conti ed essere più moderato con le spese, o riuscirà a riscuotere più tasse, andando ovviamente ad aumentare la pressione fiscale sui cittadini.
di Alfonso Aledo Diaz