K metro 0 – Kyiv – La petroliera Nika Spirit, un tempo conosciuta come Neyma, è stata fermata mercoledì scorso dal governo ucraino nello stretto di Kerch (tra il Mar Nero e il Mar d’Azov). I servizi segreti ucraini, che al momento in cui scriviamo hanno ancora sotto sequestro la nave, ritengono che la Nika
K metro 0 – Kyiv – La petroliera Nika Spirit, un tempo conosciuta come Neyma, è stata fermata mercoledì scorso dal governo ucraino nello stretto di Kerch (tra il Mar Nero e il Mar d’Azov). I servizi segreti ucraini, che al momento in cui scriviamo hanno ancora sotto sequestro la nave, ritengono che la Nika Spirit sia coinvolta nell’incidente del novembre scorso, quando nello stretto di Kerch le unità militari russe sequestrarono tre navi di Kyiv e arrestarono 24 militari ucraini con l’accusa (che il governo ucraino nega) di essere entrati illegalmente in acque territoriali russe.
Da parte sua il Cremlino, tramite il Ministro degli esteri Sergej Viktorovič Lavrov, ha subito minacciando ritorsioni, non meglio specificate, nel caso in cui metta in pericolo l’incolumità dell’equipaggio, mentre da Mosca Vladimir Dzhabarov, il legislatore che guida la Commissione Esteri della Camera, ha dichiarato come il sequestro della petroliera sia “Assolutamente illegale” e che questa storia potrebbe essere dannosa per le relazioni tra Ucraina e Russia, già compromesse da quando il Cremlino ha annesso la Crimea nel 2014 (un anno che, tra l’altro, ha visto l’inizio del conflitto nelle zone del Donbass, nell’Ucraina orientale, ndr).
Il Servizio di sicurezza ucraino (Служба безпеки України-SBU) da parte sua ha confermato di aver sequestrato la nave mentre entrava nel porto di Izmail, nella zona meridionale di Odessa, riuscendo a riconoscerla, nonostante il cambiamento del nome, tramite l’identificazione del Numero Unico dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO). Secondo un’indagine dell’SBU, la petroliera russa venne utilizzata per “Bloccare illegalmente il movimento delle navi navali ucraine Nikopol e Berdyansk e il rimorchiatore militare Yani Kapu, nello stretto di Kerch” prima di arrestare i 24 marinai ucraini, come dichiarato dallo stesso Servizio di sicurezza sul profilo ufficiale Facebook alle 13 di ieri.
Gli agenti dell’SBU hanno quindi sequestrato i documenti trovati a bordo e hanno fermato i 10 membri dell’equipaggio che, come conferma anche il Ministero degli esteri russo, sono stati rilasciati poco dopo senza accuse, dal momento che non hanno violato nessuno diritto ucraino o internazionale e non sono coinvolti nell’incidente di novembre scorso: “L’Ucraina rispetta scrupolosamente il diritto internazionale del mare e le decisioni del tribunale delle Nazioni Unite sul diritto del mare”, hanno affermato i servizi di sicurezza ucraini.
Per quanto riguarda l’equipaggio, inizialmente Olena Hitlyanska, una portavoce della SBU, aveva dichiarato di non poter ancora condividere informazioni sui marinai a bordo della petroliera sequestrata. Ma già poche ore dopo, il commissario ucraino per i diritti umani, Lyudmyla Denisova, ha potuto dichiarare al canale televisivo di Hromadske che “…sono già stati raggiunti accordi per la restituzione dei marinai”, e ora, al momento in cui scriviamo, questi dovrebbero ormai essere rientrati in Russia passando per la Moldavia: “L’equipaggio sta tornando a casa, mentre la nave è a Izmail”, ha detto infatti ieri il portavoce dell’ambasciata russa Denis Golenko, confermato anche dal commissario russo per i diritti umani, Tatyana Moskalkova, e da Denis Golenko, addetto stampa presso l’ambasciata russa a Kiev.
Il sequestro della Neyma/Nika Spirit arriva a sole due settimane dalla telefonata in cui Vladimir Putin e Volodymyr Oleksandrovych Zelens’kyj discutevano di un possibile scambio di prigionieri. I 24 marinai ucraini arrestati nel novembre scorso sono infatti ancora detenuti in Russia, nonostante l’International Tribunal for the Law of the Sea, un’organizzazione istituita dalle Nazioni Unite che sovrintende alle controversie marittime con sede ad Amburgo, ha esortato la Russia a liberarli e riportarli in Ucraina.
L’analista ucraino Sergiy Solodky ha dichiarato da parte sua che il sequestro della petroliera ha probabilmente sorpreso la Russia, affermando che Mosca aveva sperato che Kiev avesse un atteggiamento più morbido dopo che Zelens’kyj era entrato in carica a maggio.
di Emiliano Federico Caruso