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Sassoli: “linee di riforma che possono consentire all’Europa di avere strumenti per intervenire”

Sassoli: “linee di riforma che possono consentire all’Europa di avere strumenti per intervenire”

K metro 0 – Strasburgo – “Io credo che la voce del Parlamento e le decisioni del Parlamento, specie quando sono a grande maggioranza, debbano essere rispettate di più e su Dublino il Parlamento è stato chiaro, indicando delle linee di riforma che possono consentire all’Europa di avere strumenti per intervenire.” Con questa dichiarazione, David Sassoli, presidente

K metro 0 – Strasburgo – “Io credo che la voce del Parlamento e le decisioni del Parlamento, specie quando sono a grande maggioranza, debbano essere rispettate di più e su Dublino il Parlamento è stato chiaro, indicando delle linee di riforma che possono consentire all’Europa di avere strumenti per intervenire.” Con questa dichiarazione, David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, si è espresso in merito all’applicazione del Trattato di Dublino, adottato il 16 dicembre 2017 in materia di immigrazione.

Disciplinato dalla norma 604/2013, il Trattato imposta le regole per gli Stati membri sulle richieste di protezione internazionale presentate da cittadini di altri Paesi o da apolidi. Il sistema di accoglienza prevedeva, all’inizio, che ad occuparsi del migrante fosse il primo Paese nel quale veniva presentata la domanda di asilo; questo però, penalizzava i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che apparivano come le prime mete raggiungibili.

Con l’aumento dei flussi migratori, si sono rese necessarie delle modifiche.

Secondo il Trattato, infatti, il criterio che prevedeva l’accoglienza ai migranti nel primo Paese di sbarco, è stato sostituito dall’entrata in vigore di un sistema automatico e permanente di ricollocamento nei vari Paesi dell’UE, seguendo delle quote di ripartizione. Purtroppo, questo non è avvenuto e sono state necessarie delle riforme al Trattato, La prima proposta di riforma presentata esige che le richieste di asilo vadano smistate tra gli Stati membri in proporzione al loro pil e alla loro popolazione. Se una nazione supera del 150% l’indice di accoglienza, scatta un meccanismo secondo cui le richieste in eccesso vanno inviate ad altri Paesi i quali, in caso di rifiuto, pagano una multa di 250mila euro per ogni migrante. La Bulgaria ha inoltre proposto di eliminare l’obbligo di accoglienza da parte di tutti i Paesi, proponendo a ciascuno di scegliere autonomamente in materia; i Paesi non ospitanti, in questo caso, corrisponderebbero degli aiuti economici a quelli che decidessero per l’accoglienza. Cipro, Grecia, Italia, Malta e Spagna hanno rigettato questa modifica, proponendo 13 variazioni alla bozza. Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ammesso che, in materia di immigrazione, l’Itali è stata lasciata da sola.

Riferendosi alla discussione in aula, Sassoli ha aggiunto: “C’è stato un voto a maggioranza e penso che il voto sia legato alle indicazioni che von der Leyen ha dato. Su quelle indicazioni ha ottenuto una maggioranza. Siamo all’inizio di un processo, a settembre saranno proposti i commissari e nel frattempo ci sarà la messa a punto di un programma sul quale von der Leyen ha detto con molta chiarezza che intende scommetterci con i commissari che formeranno il suo collegio. La democrazia funziona così.”

di Stefania Catallo

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