K metro 0 – Nicosia – Nella giornata di lunedì, Cipro ha condannato il secondo tentativo di trivellazioni da parte della Turchia a largo dell’isola, dopo la richiesta dell’Unione europea di “interrompere “immediatamente le operazioni. “Il governo cipriota condanna fortemente le nuove trivellazioni illegali a est dell’isola”, queste le parole rilasciate dal presidente Nikos Anastasiadīs.
K metro 0 – Nicosia – Nella giornata di lunedì, Cipro ha condannato il secondo tentativo di trivellazioni da parte della Turchia a largo dell’isola, dopo la richiesta dell’Unione europea di “interrompere “immediatamente le operazioni.
“Il governo cipriota condanna fortemente le nuove trivellazioni illegali a est dell’isola”, queste le parole rilasciate dal presidente Nikos Anastasiadīs. Ankara stava portando avanti nuove trivellazioni nella penisola di Karpassia, sul versante nordest di Cipro. Le recenti azioni hanno alimentato ulteriormente le tensioni causate dalle continue violazioni da parte della Turchia. Una seconda nave, la Yavuz, era stata inviata alla ricerca di petrolio e gas naturale nella parte orientale dell’isola, dopo che la Faith era stata fatta entrare nella Zona economica esclusiva (ZEE) occidentale a maggio. La zona in questione potrebbe contenere al proprio interno risorse energetiche immense, questo il principale motivo delle frizioni tra la Turchia e Cipro. Le prime trivellazioni hanno costretto i leader europei a intervenire a giugno, con l’annuncio di ipotetiche sanzioni nei confronti di Ankara. “La Turchia continua a violare la legge internazionale e a non ascoltare le richieste dell’Unione europea e della comunità internazionale”, ha aggiunto Anastasiadis. La Turchia ha dichiarato di agire nel rispetto delle norme e di aver operato trivellazioni nella propria piattaforma continentale. Cipro ha sottolineato come solamente attraverso il dialogo si possa giungere ad una soluzione della disputa tra la Turchia e il governo di Nicosia. L’isola è divisa tra la Repubblica di Cipro e una parte del versante settentrionale sotto il controllo militare di Ankara dal 1974, formato dopo un’invasione turca in risposta a un colpo di stato sostenuto da una giunta militare greca. Mandati di arresto sono stati emessi dal governo cipriota nei confronti dei membri dell’equipaggio della Faith, la nave da perforazione che ha gettato l’ancora a ovest di Cipro ad inizio maggio. Il presidente turco Erdogan rifiuta categoricamente le accuse di violazione dei diritti di Cipro sulla Zona economica esclusiva. Ha rimarcato poi il fatto che le azioni della Turchia hanno il solo scopo di salvaguardare i turchi-ciprioti dell’isola. “L’esplorazione nell’area continuerà”, ha concluso.
La questione energetica ha scatenato polemiche anche in Grecia. Due settimane fa, Atene ha apposto la firma su una serie di concessioni per esplorazioni di grandi aree a largo del Mediterraneo, in cerca di gas naturali. La mossa ha scatenato il risentimento delle organizzazioni ambientaliste, un’operazione del genere potrebbe infatti minacciare l’habitat marino. L’accordo permetterà a un consorzio di compagnie energetiche tra Total, ExxonMobil e la Hellenic Petroleum di esplorare due aree grandi, insieme, quanto la Svizzera, ovvero 40mila km quadrati, a sud e a sudovest dell’isola di Creta. È la più recente e la più grande concessione per le ricerche di gas e petrolio nella parte ovest del Paese.