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Ecomafie. Rapporto Legambiente: reati riguardanti cemento, rifiuti, e animali

Ecomafie. Rapporto Legambiente: reati riguardanti cemento, rifiuti, e animali

K metro 0 – Roma – “Ecomafia 2019. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”: ecco il titolo del rapporto di Legambiente, che ogni anno studia il livello degli eco-reati a danno dell’ambiente. La Onlus riporta una situazione di cui preoccuparsi seriamente: principalmente gli illeciti sono legati al ciclo illegale di cemento e

K metro 0 – Roma – “Ecomafia 2019. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”: ecco il titolo del rapporto di Legambiente, che ogni anno studia il livello degli eco-reati a danno dell’ambiente. La Onlus riporta una situazione di cui preoccuparsi seriamente: principalmente gli illeciti sono legati al ciclo illegale di cemento e rifiuti, alla filiera agroalimentare e al racket degli animali.

Il dossier è stato realizzato grazie alla collaborazione, tra gli altri, di Forze dell’ordine, Capitanerie di porto, Corte di Cassazione, Ministero della Giustizia, Ispra e Sistema nazionale protezione ambiente al Cresme, Commissione Ecomafie all’Agenzia delle Dogane. Il rapporto afferma che ogni ora, in Italia, vengono accertati più di tre reati ambientali, per un totale di oltre 28mila nel 2018 per un business che vale 16,6 miliardi di euro. Il bilancio complessivo dei reati contro l’ambiente passa dagli oltre 30mila illeciti registrati nel 2017 ai 28.137 reati accertati lo scorso anno, soprattutto a causa della netta flessione degli incendi boschivi (-67% nel 2018) e in parte alla riduzione dei furti di beni culturali (-6,3%). Diminuiscono le persone denunciate, 35.104 contro le oltre 39mila del 2017, così come quelle arrestate, 252 contro i 538 del 2017, e i sequestri effettuati, 10mila contro gli 11.027 del 2017. Il 45% delle illegalità ambientali registrate in tutto il Paese, pari a 12.597, si è concentrato in quattro regioni del Sud: Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.

“Sul fronte dei singoli illeciti ambientali – spiega il rapporto – nel 2018 aumentano sia quelli legati al ciclo illegale dei rifiuti che si avvicinano alla soglia degli 8mila (quasi 22 al giorno) sia quelli del cemento selvaggio che nel 2018 registrano un’impennata toccando quota 6.578, con una crescita del +68% (contro i 3.908 reati del 2017). La presentazione del rapporto è avvenuta a Roma alla presenza del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, della vicepresidente del Senato Anna Rossomando, del Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho e di altri esponenti del mondo politico e istituzionale. Il volume è di Edizioni Ambiente, realizzato con il sostegno di Cobat e Novamont.

A commento del rapporto Ecomafia 2019 è intervenuto Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, che ha dichiarato: “Con questa edizione del rapporto Ecomafia e le sue storie di illegalità ambientale vogliamo dare il nostro contributo, fondato come sempre sui numeri e una rigorosa analisi della realtà, per riequilibrare il dibattito politico nazionale troppo orientato sulla presunta emergenza migranti e far sì che in cima all’agenda politica del nostro Paese torni ad esserci anche il tema della lotta all’ecomafie e alle illegalità. Un tema sul quale in questi mesi il Governo ha risposto facendo l’esatto contrario, approvando il condono edilizio per la ricostruzione post terremoto sull’isola di Ischia e nelle zone del cratere del Centro Italia, e il decreto Sblocca cantieri con cui ha allargato le maglie dei controlli necessari per contrastare infiltrazioni criminali e fenomeni di corruzione.”

Il Presidente ha proseguito aggiungendo che “Nella lotta alle ecomafie e agli ecocriminali, per Legambiente è fondamentale mettere in campo una grande operazione di formazione per tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia e Capitanerie di porto, ufficiali di polizia giudiziaria e tecnici delle Arpa, polizie municipali ecc.) sulla legge 68/2015. Tra le altre principali proposte avanzate, l’associazione chiede che venga semplificato l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive avocando la responsabilità delle procedure ai prefetti; che vengano riconosciuti diritti propri anche agli animali inserendo la loro tutela in Costituzione e approvato il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette inserendo – all’interno del Titolo VI bis del Codice penale – un nuovo articolo che preveda sanzioni veramente efficaci per tutti coloro che si macchiano di tali crimini. Per aumentare il livello qualitativo dei controlli pubblici serve approvare i decreti attuativi della legge che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione ambientale”.

L’associazione ha anche chiesto che venga ripresa la proposta di legge del 2015 sulla tutela dell’agroalimentare, per introdurre nel codice penale una serie di reati nuovi, e inoltre, chiede che l’accesso alla giustizia da parte delle associazioni sia gratuito e davvero accessibile, in modo che non resti un lusso per pochi.

 

di Tosca Di Caccamo

creditf@oto:Antimafia Duemila

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