K metro 0 – Roma – Sull’isola di Stromboli, nell’arcipelago delle isole Eolie, una forte esplosione del vulcano, preceduta dalla fuoriuscita della lava, ha provocato una enorme colonna di cenere e lapilli che è arrivata a un’altezza di almeno 2 chilometri, sconvolgendo gli abitanti e i turisti dell’isola. “Si è trattato di una tra le
K metro 0 – Roma – Sull’isola di Stromboli, nell’arcipelago delle isole Eolie, una forte esplosione del vulcano, preceduta dalla fuoriuscita della lava, ha provocato una enorme colonna di cenere e lapilli che è arrivata a un’altezza di almeno 2 chilometri, sconvolgendo gli abitanti e i turisti dell’isola.
“Si è trattato di una tra le maggiori esplosioni registrate sullo Stromboli”, così gli esperti hanno definito quanto accaduto questo mercoledì sull’Isola di Stromboli, dove la potente eruzione del vulcano ha provocato purtroppo anche un morto e un ferito. La notizia del decesso è stata comunicata all’ANSA il sindaco di Lipari Marco Giorgianni: è un 35enne di Milazzo, Massimo Imbesi, che era con un amico brasiliano che è rimasto ferito in maniera non grave. “Le due esplosioni sono tra le più forti mai registrate da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, cioè dal 1985”, ha spiegato il direttore dell’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Eugenio Privitera. Tutto è iniziato con due trabocchi lavici che si sono riversati sulla sciara del fuoco, una sorta di valle che si apre sul fianco settentrionale del vulcano, innescando i primi incendi che poi si sono poi propagati a causa del vento e del caldo nella zona dei canneti, interessando in particolare la frazione di Ginostra. Poco dopo l’evento più disastroso: le due violente esplosioni avvertite a chilometri di distanza anche sulle altre isole dell’arcipelago delle Eolie. Le due deflagrazioni hanno fatto scattare subito l’allarme e soprattutto hanno innalzato in cielo una enorme colonna di cenere e lapilli che è arrivata ad un’altezza di almeno 2 chilometri dalla sommità del vulcano.
“C’è stata una potente esplosione. Abbiamo sentito un boato, poi si è alzata una colonna di fumo e lapilli incendiari su Ginostra e fiamme sui costoni del vulcano”: sono momenti di paura vissuti da alcuni testimoni, che raccontano di una vera e propria “pioggia di lapilli”. Le esplosioni, con la caduta di materiale incandescente, avrebbe provocato una serie di incendi in diverse zone dell’isola. “C’è stata una violentissima esplosione seguita da una pioggia di lapilli incandescenti e materiale lavico” ha detto all’ANSA Gianluca Giuffrè, giornalista e proprietario di un bazar a Ginostra”. “Tutte le persone che si trovavano al villaggio, circa un centinaio tra turisti e residenti, si sono barricate in casa e si sono lanciate in mare. La situazione è critica anche se al momento non ci risultano feriti”, ha aggiunto.
Marco Neri, vulcanologo dell’Ingv-Osservatorio Etneo, ha spiegato all’Adnkronos: “A partire dalle ore 14:46 e 10 secondi Utc (le 16.46 italiane) si è verificato un parossismo che ha interessato l’area centro-meridionale della terrazza craterica dove si aprono le bocche dello Stromboli, a circa 800 metri di quota sul mare”. “La sequenza è stata preceduta alle 14:44 Utc da trabocchi lavici da tutte le bocche attive della terrazza craterica” ha spiegato ancora l’esperto. La colonna eruttiva si è diretta poi verso sud-ovest disperdendosi prevalentemente nella Sciara del Fuoco dove ha innescato diversi incendi e spinto molti turisti ad abbandonare l’Isola.
Francesco Latino Chiocci, professore di Geologia Marina all’Università La Sapienza, Dipartimento di Scienza della Terra e responsabile studi Parti Sommerse del vulcano Stromboli, ha detto ad Adnkronos che quello di Stromboli “è un vulcano particolare. Ha un condotto aperto, dove il materiale ristagna e ogni 20 minuti circa la lava fa uno sbuffo perché si crea una pressione di gas all’interno che lancia la lava verso l’alto. E questa è l’attività normale di Stromboli. Di tanto in tanto, però, una volta ogni quattro o cinque anni, la lava fuoriesce proprio dai crateri causando un’eruzione e per questo da sempre Stromboli viene chiamato anche il faro del Mediterraneo, perché gli antichi navigatori utilizzavano gli sbuffi per la scelta delle rotte”. Il professore ha aggiunto anche che “Normalmente l’energia di questi sbuffi è limitata e la lava ricade intorno ai crateri e si disperde, in particolare su un fianco che collassò 5mila anni fa in un gigantesco evento, creando una via. Oggi però l’energia è stata più forte. Questi eventi si chiamano parossismi, la lava viene lanciata ad altezze molto maggiori, con un maggior rischio per tutta la popolazione, perché la ricaduta frammenti lava può essere pericolosa”.
“Nella variabilità di un vulcano un evento più forte del solito può accadere – conclude il geologo – e non necessariamente è seguito da un’eruzione vera e propria con emissione di lava. Ma non essendo stato comunque un evento ‘tradizionale’, anche l’evoluzione potrebbe essere diversa dal solito. Non ci sono certezze e per questo deve essere monitorato e tenuto sotto controllo”.
di Tosca Di Caccamo