K metro 0 – Francoforte – Il tasso di disoccupazione nei 19 Paesi dell’Unione europea che utilizzano l’euro è in calo e non era a questi livelli dal 2008. La richiesta interna e i tassi d’interesse bassi hanno contribuito alla ripresa. I dati ufficiali pubblicati nella giornata di lunedì dall’agenzia Eurostat, hanno evidenziato che la
K metro 0 – Francoforte – Il tasso di disoccupazione nei 19 Paesi dell’Unione europea che utilizzano l’euro è in calo e non era a questi livelli dal 2008. La richiesta interna e i tassi d’interesse bassi hanno contribuito alla ripresa.
I dati ufficiali pubblicati nella giornata di lunedì dall’agenzia Eurostat, hanno evidenziato che la percentuale dei disoccupati si è assestata al 7,5% dal 7,6% di aprile, ben al di sotto del picco del 12,1% nel 2013, all’alba della crisi che ha messo in seria difficoltà l’eurozona. Il settore manifatturiero, dipendente dalle esportazioni, ha sofferto in questo periodo le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina. Tuttavia, la richiesta interna è rimasta stabile e l’economia è stata ulteriormente sostenuta dai tassi di interesse al minimo, un’operazione fortemente voluta dalla Banca centrale europea. Gli indicatori sulla crescita futura e una debole inflazione hanno comunque portato la Bce a preparare un nuovo inserimento di stimoli nei prossimi mesi. Il tasso di disoccupazione è ciò che gli economisti chiamano “indicatore” degli sviluppi economici di mesi o anni prima. Il calo della percentuale evidenzia soprattutto i progressi fatti dall’Europa per riprendersi dalla Grande Recessione e dalla crisi del debito, che aveva messo a repentaglio l’esistenza stessa dell’euro come moneta all’inizio degli anni ‘10. La Banca centrale dovrà programmare le proprie mosse pensando agli sviluppi futuri, visto che le misure messe in campo potrebbero impiegare mesi per sortire qualche effetto. L’inflazione continua a essere debole, circa dell’1,2%, e la Bce ha dichiarato che se non vi dovessero essere miglioramenti, sarebbero necessari ulteriori stimoli. Questi potrebbero prendere la forma di acquisti di titoli, che inietterebbero nell’economia moneta fresca, o ulteriori tagli ai tassi d’interesse, già ai minimi storici. La Banca centrale ha fissato un tasso negativo dello 0,4% sui depositi delle banche commerciali, un fatto chiaramente straordinario. L’operazione ha lo scopo di spingere le banche a prestare soldi. L’obiettivo fissato dalla Bce è lievemente al di sotto del 2%, un livello particolarmente favorevole per l’economia che, nonostante anni di stimoli, non è stata ancora in grado di raggiungere.
Le Repubblica Ceca, la Germania e i Paesi Bassi hanno registrato le tre percentuali più basse di disoccupazione nell’Ue, rispettivamente 2,2%, 3,1% e 3,3%. Mentre i tassi più alti sono stati rilevati in Grecia (18,1 a marzo 2019), Spagna (13,6%) e Italia (9,9%). Nonostante in Spagna e Grecia persistano livelli alti di disoccupazione, entrambi i Paesi hanno visto calare il valore di due punti percentuali, se comparato quello dello stesso periodo dello scorso anno. Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, la situazione non è migliorata di molto. Nel mese di maggio nei 28 stati del blocco era al 14,3% rispetto al 15,1% del 2018.