K metro 0 – Berna– L’Unione europea ha minacciato, nella giornata di ieri, di interrompere il patto con la Svizzera riguardante lo scambio di titoli del listino elvetico. Le relazioni tra le parti non sono mai state così turbolente. A partire da oggi, 1° luglio, l’Ue non permetterà più l’“equivalenza” della Borsa di Zurigo con
K metro 0 – Berna– L’Unione europea ha minacciato, nella giornata di ieri, di interrompere il patto con la Svizzera riguardante lo scambio di titoli del listino elvetico. Le relazioni tra le parti non sono mai state così turbolente. A partire da oggi, 1° luglio, l’Ue non permetterà più l’“equivalenza” della Borsa di Zurigo con le altre piazze affari comunitarie.
La scorsa settimana, la Svizzera ha annunciato un piano B che possa proteggere il Paese anche in futuro. Questo, in particolare, impedirebbe gli scambi per mezzo di titoli svizzeri all’interno dell’Unione. I broker e le banche che ruotano attorno all’Ue, di solito, generano più di metà del loro turnover (ovvero quante volte i gestori ruotano il loro portafogli) nel mercato azionario svizzero, inclusi colossi come Nestle, Roche e Novartis. Anche se non si tratta di una mossa direttamente collegata al patto tra le parti, l’interruzione dell’accordo è utilizzato dall’Ue come pedina di scambio per costringere la Svizzera a ratificare il nuovo trattato. In essere dal 2014, l’accordo di ‘convivenza’, noto come Institutional Framework Agreement, dovrebbe garantire una gestione “più uniforme e efficiente” delle questioni come il mercato unico e il movimento della forza lavoro dalla Svizzera ai Paesi vicini. Pur non essendo un membro dell’Unione europea, la Svizzera ha già stretto 20 accordi bilaterali con il blocco e vi contribuisce economicamente. Dopo gli Stati Uniti e la Cina, si tratta del terzo partner commerciale dell’Unione.
Nel testo del contratto, per la Svizzera è previsto un allineamento alle regole di mercato unico dell’Ue, inclusa la condizione di avere ogni movimento sotto controllo e scrutinio da parte della Corte di giustizia europea. Berna ha deciso di non aderirvi più. Le elezioni parlamentari sono disposte per ottobre, i cittadini nel frattempo potranno avanzare la richiesta di referendum sulla questione. L’estensione semestrale, accordata a dicembre, è scaduta ieri, il 30 giugno. I partiti dell’aerea di sinistra, insieme ai sindacati, temono che le norme sul lavoro in Svizzera possano essere modificate sfavorevolmente. Gli esperti del settore di Euractiv hanno sottolineato come, invece, “due su tre compagnie Svizzere vogliono che venga firmato il nuovo accordo”. Lo scorso mercoledì, la Commissione europea ha ribadito la deadline. Nessuno è disposto a cedere. Queste le parole del ministro degli Esteri elvetico, Ignazio Cassis: “Speriamo si tratti di una situazione temporanea. In Europa qualcuno si è convinto che volessimo solo perdere tempo ma in Svizzera abbiamo una diversa struttura democratica, non basta un pronunciamento del governo. È necessario che il trattato soddisfi la maggioranza della popolazione e delle parti sociali”.