K metro 0 – Varsavia – Un mese dopo l’approvazione della legge che prevede il carcere fino a tre anni per chi suggerisce la complicità dei polacchi nello sterminio degli ebrei, il viceministro della cultura della Polonia, Jaroslaw Sellin, ha bocciato la proposta di alcuni accademici di realizzare un museo del “Polocausto”. Il termine è
K metro 0 – Varsavia – Un mese dopo l’approvazione della legge che prevede il carcere fino a tre anni per chi suggerisce la complicità dei polacchi nello sterminio degli ebrei, il viceministro della cultura della Polonia, Jaroslaw Sellin, ha bocciato la proposta di alcuni accademici di realizzare un museo del “Polocausto”. Il termine è stato coniato dallo scrittore e accademico Marek Kochan per indicare che anche i polacchi sono state vittime del nazismo quanto gli ebrei. Di conseguenza è stato chiesto di costruire un museo per commemorare le vittime polacche del nazismo. Il viceministro ha dichiarato che “l’uso del concetto di ‘Polocausto’ potrebbe urtare la sensibilità degli ebrei e provocare un’inutile tensione tra le nostre nazioni. Il museo non sarà realizzato”. Per quanto riguarda la legge approvata lo scorso mese, il partito nazionalista Legge e giustizia, al governo, ritiene che la norma sia necessaria per proteggere l’onore del paese. Mentre Usa, Israele e Ue condannano la norma in quanto penalizzerebbe le ricerche sul ruolo svolto da una parte di polacchi durante l’occupazione nazista. Infatti, studi pubblicati dopo il 1989 hanno sollevato un dibattito sulle responsabilità dei collaborazionisti negli anni dell’Olocausto, a differenza di quanto si è sempre creduto in Polonia, sino ad oggi, sul fatto che il Paese abbia avuto un comportamento onorevole in quegli anni.