K metro 0/Jobsnews – Reggio Calabria – “Una mobilitazione nazionale unitaria nel Sud perché dal Mezzogiorno si deve ripartire per unire il Paese e rivendicare la centralità del lavoro come leva per contrastare le profonde diseguaglianze sociali, economiche e territoriali che attraversano l’Italia”. Così, in una nota, la Cgil nazionale rilancia la manifestazione di sabato 22 giugno,
K metro 0/Jobsnews – Reggio Calabria – “Una mobilitazione nazionale unitaria nel Sud perché dal Mezzogiorno si deve ripartire per unire il Paese e rivendicare la centralità del lavoro come leva per contrastare le profonde diseguaglianze sociali, economiche e territoriali che attraversano l’Italia”. Così, in una nota, la Cgil nazionale rilancia la manifestazione di sabato 22 giugno, a Reggio Calabria, promossa assieme a Cisl e Uil, e che sarà conclusa dai segretari generali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
Il corteo parte da piazza De Nava alle ore 9.30. Percorrendo corso Garibaldi raggiungerà piazza Duomo dove, a partire dalle ore 11, prenderanno la parola i segretari generali Landini, Furlan e Barbagallo.
“L’Italia non cresce e aumenta il divario tra Sud e il resto della penisola”, denuncia la Cgil evidenziando alcuni dati: l’Italia è penultima in Europa per tasso di crescita del Pil, e nel Mezzogiorno il Pil pro-capite è inferiore del 45% rispetto al Centro-Nord. La disoccupazione è tra i livelli più alti della Ue, e nel Sud è al 19,4% contro il 6,8% delle regioni settentrionali, l’inattività è al 45,5% rispetto ad una media nazionale del 34,3%. Al Sud coloro che abbandonano le scuole sono il 20%, il doppio del Nord, e solo il 5,4% dei bambini può usufruire dei servizi per l’infanzia contro il 17% dei loro coetanei che vive al Nord. Inoltre, nelle regioni meridionali i posti letto per sanità e assistenza sono un terzo di quelli del Nord, crescono quindi le migrazioni sanitarie, e le famiglie in povertà assoluta sono il 10%, a fronte del 5,8% del Nord e del 5,3% del Centro.
Per la confederazione “tornare a crescere significa affrontare l’enorme divario di sviluppo tra le diverse aree del Paese. Nell’azione di governo manca però una visione complessiva delle esigenze dei territori, e le misure che propone, dall’autonomia differenziata alla flat tax, creano solo ulteriori diseguaglianze”. “Così come proposto nella Piattaforma unitaria, a Reggio Calabria rivendicheremo più investimenti pubblici per infrastrutture materiali e sociali e per la creazione di buona occupazione. Chiederemo inoltre vere politiche industriali, il rafforzamento delle amministrazioni pubbliche e la messa in sicurezza del territorio. Per unire il Paese e dare futuro al lavoro – conclude la Cgil – dobbiamo ripartire dal Sud”.
Come spiega Gianna Fracassi, vicesegretaria generale Cgil, a rassegna.it, l’appuntamento “è la prosecuzione di un lungo percorso di mobilitazione unitario che è partito addirittura a ottobre con le iniziative unitarie territoriali, con la grande manifestazione di febbraio, con le mobilitazioni e gli scioperi di tante categorie. E fare una manifestazione nazionale, sottolineo nazionale, a Reggio Calabria ha uno straordinario valore. Perché – prosegue Fracassi – non sarà la manifestazione del Sud per il Sud. Noi siamo consapevoli che il primo obiettivo del Paese deve essere quello di colmare i divari, perché questo serve allo sviluppo dell’Italia tutta, non possiamo pensare al Paese come tante piccole patrie, il Sud serve al Nord e viceversa, non fosse altro che per la posizione strategica nel Mediterraneo, che non sfruttiamo adeguatamente. Vogliamo cioè dire attraverso la manifestazione di sabato prossimo che il Mezzogiorno e il tema in generale dei divari territoriali, che si stanno ampliando anche in luoghi dove tradizionalmente avevamo condizioni migliori, non sono un problema solo di quei territori e non possono essere affrontati individualmente, perché questo indebolisce tutti. Noi abbiamo fatto proposte precise e articolate nella piattaforma unitaria, e sul Sud abbiamo individuato una serie di misure molto dettagliate. Il governo deve ascoltare, non può continuare a guardare altrove”.
E non finisce qui, i sindacati andranno avanti: “Per l’ultima decade di luglio le federazioni dei trasporti stanno organizzando un appuntamento di sciopero per molti comparti – ha detto a RadioArticolo1 il segretario confederale della Cgil con delega all’organizzazione, Nino Baseotto –. Poi continueremo ancora, perché il governo deve sapere che i sindacati senza risposte non si fermano. In autunno, se questa politica non cambia, rifletteremo su un’iniziativa di mobilitazione e lotta a carattere generale”.