K metro 0 – Milano – In questi tempi si sente spesso parlare di Economia Circolare, ovvero di un sistema economico programmato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi nel rispetto dell’ambiente. L’Europa da anni si è fatta promotrice di questa nuova “corrente di pensiero” che vede molti Paesi
K metro 0 – Milano – In questi tempi si sente spesso parlare di Economia Circolare, ovvero di un sistema economico programmato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi nel rispetto dell’ambiente. L’Europa da anni si è fatta promotrice di questa nuova “corrente di pensiero” che vede molti Paesi membri impegnati nello sviluppo e nella crescita della stessa. Vi starete chiedendo, perché affronto il tema dell’Economia Circolare. In questo nuovo mondo di idee, dove si può riciclare e riusare tutto, dal cibo all’energia, alle materie prime, anche il lavoro può essere reiventato. Quest’ultimo dovrebbe essere di facile accesso, un diritto garantito a tutti senza distinzione di età e di razza, ma la realtà in cui viviamo ci dimostra che non è sempre così. Oggi il lavoro non si trova facilmente, bisogna inventarlo per sopravvivere. I dati dell’Istat ci confermano che la disoccupazione soprattutto giovanile continua a salire.
Ma nonostante i dati siano allarmanti, c’è chi si rimbocca le maniche e fa del suo genio artistico una vera e propria professione. È il caso di Hawwa Candice Allen de Bardot, nata in Francia, che vive da anni in Italia. È un artista a tutto tondo che ha fatto della sua creatività, oltre che una risorsa intellettuale anche una fonte di guadagno. SI è formata presso l’Istituto d’ Arte di Padova e si è laureata a Udine in Conservazione dei beni culturali.
La sua carriera è iniziata negli anni ’90 quando cominciò a dipingere figure immaginarie di angeli su materiale riciclato, come carta e pacchi per imballaggi. (Angel’s Anathomy). Queste figure erano vere e proprie poesie, figure parlanti con un messaggio preciso. A volte le braccia nelle sue opere divenivano ali, un gioco di espressione dove la parte esteriore si univa a quella più intima e introspettiva.
Hawwa (in oriente significa Eva) De Bardot, così, oltre a diventare artista, sposa in toto i principi dell’Economia Circolare, infatti i materiali usati per realizzare le sue opere sono fatti di prodotti riciclati, per il grande rispetto che la stessa nutre nei confronti dell’ambiente in cui viviamo. Per contrastare lo spreco infatti le sue opere hanno preso vita su rotoli, pergamene vegetali dipinte su olio. Tra i materiali utilizzati rientrano anche cassette di legno, impiegate di solito per vendere la frutta, che raffigurano animali, gli “Anima lamina”.
Altre opere interessanti e innovative sono le installazioni tessili, nate dalla volontà di dare una risposta al sociale, al recupero, alle connessioni, ma soprattutto nate dallo spirito e dall’impegno ad unire frammenti di materiali raccolti tra avanzi e resti tessili. Si tratta di un’arte che si pone come obiettivo quello di simbolizzare lo spessore del non visibile, la forza della delicatezza e la gioia che può scaturire dal poco (installazione Constance build the Soul). Una forma di stile meccatronico inventato dalla stessa artista, che dagli avanzi e dai materiali buttati rigenera nuove forme di espressione. Per dirlo attraverso le parole del grande compositore italiano, Fabrizio De Andrè, in una sua celebre canzone: “dal letame nascono i fior”.
Hawwa Candice De Bardot è la dimostrazione che l’ingegno di ognuno di noi può diventare un nuovo fattore di sviluppo economico, rispetto per l’ambiente e lotta allo spreco. Una nuova forma di business che può contrastare efficacemente questi tempi di crisi occupazionale.
di Rossella Di Ponzio
Pagina Facebook: kmetro0