K metro 0/Jobsnews – Roma – Nervi sempre più tesi nel Partito democratico, tanto che alcuni esponenti dem guardano con viva preoccupazione all’appuntamento di martedì in direzione. Il segretario del partito, Nicola Zingaretti, lavora alla relazione che presenterà ai membri dell’organo di indirizzo politico del partito. Una relazione con cui il segretario punta a ricompattare i
K metro 0/Jobsnews – Roma – Nervi sempre più tesi nel Partito democratico, tanto che alcuni esponenti dem guardano con viva preoccupazione all’appuntamento di martedì in direzione. Il segretario del partito, Nicola Zingaretti, lavora alla relazione che presenterà ai membri dell’organo di indirizzo politico del partito. Una relazione con cui il segretario punta a ricompattare i dem: “Tenterò di ricostruire, farò uno sforzo per ricostruire in ogni modo uno spirito unitario perché sento su di me tutto il peso di questa responsabilità”. E spiega: “in Italia governa Salvini con politiche economiche sociali e culturali drammatiche e noi non possiamo non vedere che questa deve essere la priorità assoluta. Farò uno sforzo con questo spirito per riaprire un dialogo e verificare le condizioni di un passo avanti insieme, almeno sul terreno della politica e dell’iniziativa politica”.
A far deflagrare la pax zingarettiana – se, poi, di ‘pax’ si è mai trattato – è stato il varo della segreteria, l’organo esecutivo del partito che, tradizionalmente, è espressione del segretario. Solo che Nicola Zingaretti aveva promesso, al momento del suo insediamento, di voler fare del Pd il partito del ‘Noi’, in netta contrapposizione con il partito dell’io degli ultimi anni, quelli renziani. Un proposito che ha avuto un compimento solo parziale nella composizione dell’ufficio di presidenza dell’assemblea dove, accanto a Gentiloni, hanno trovato posto Deborah Serracchiani e la turbo renziana Anna Ascani. Il segretario ha tentato, venerdì, di trovare un accordo con le minoranze per potere presentare una segreteria che esprimesse anche esponenti vicini alla mozione Giachetti, ‘Sempre Avanti’, e a quella di Base Riformista. Giachetti, tuttavia, ha risposto picche, argomentando di non riconoscersi nella linea del segretario. Nessuna irritazione, dunque. Eppure nella giornata di ieri, in occasione dell’iniziativa che la mozione Giachetti ha tenuto ad Assisi, in molti sono saliti sul palco esprimendo il proprio dissenso con toni bellicosi, e la deputata Alessia Morani è intervenuta duramente su Huffington Post definendo Zingaretti “prigioniero del correntismo malato del Pd” e la segreteria appena varata “un esercizio di bullismo”.
Prova a gettare acqua sul fuoco Carlo Calenda, che in un video su Twitter invita tutti ad evitare di azzuffarsi su “cavolate” e riprendere a fare opposizione in modo unitario, dato che – sottolinea ancora Calenda – “qualche risultato è stato ottenuto nelle ultime elezioni”. E sulla segreteria la ricetta del neodeputato europeo è quella di un “governo ombra” che “marchi a uomo” i ministri del governo, “come faccio io con Di Maio”. Una soluzione già testata in passato, durante la segreteria Veltroni, che non portò – tuttavia – grandi risultati: fu inaugurato il 9 maggio 2009 e, dopo le elezioni regionali in Sardegna e le dimissioni del segretario, decadde a febbraio 2009, dopo nemmeno un anno. A supplicare i propri compagni di partito di mettere fine alle polemiche è l’ex segretario Maurizio Martina, sconfitto alle primarie dallo stesso Zingaretti: “Vi prego, fermatevi. Fermiamoci. Sui social e non solo. Basta. Ci si parla e ci si confronta con spirito collaborativo se si vuole costruire davvero l’alternativa. E lo si fa nelle sedi giuste. Non così. Così siamo solo respingenti. Invece, dovremmo avere l’ossessione di aprire, unire e rinnovare. Per cambiare tutti; senza ripicche. Conta il paese reale, non il nostro ombelico”, sottolinea Martina. E Deborah Serracchiani sembra intravedere la possibilità che qualcuno prenda la via dell’uscio: “E’ da evitare il ritorno alle lotte intestine: Zingaretti e Gentiloni diano un segnale inclusivo. Se qualcuno vuole uscire, lo faccia subito, non stia a scrutare il momento più utile”.
On. Andrea De Maria in un comunicato ha detto: “La crisi economica e sociale del Paese è sempre più grave. Lega e 5 Stelle dimostrano ogni giorno di più quanto mettano davanti all’interesse dell’Italia i loro piccoli tornaconti politici ed elettorali. Non è proprio il momento di tornare a litigare nel PD. Parliamo il linguaggio dell’unità e dell’impegno comune. Per il Paese e per la difesa e la promozione dei valori della Costituzione. Abbiamo sulle spalle una grande responsabilità verso gli italiani, quella di essere l’alternativa alla deriva conservatrice e populista che è in atto. Dobbiamo esserne all’altezza”.