K metro 0 – Vilnius – La Banca centrale europea ha deciso di scendere in campo per sostenere l’economia dell’eurozona, unendosi alla Federal Reserve statunitense nella risposta alle preoccupazioni riguardo la crescita globale. Nella giornata di giovedì, la Bce ha dichiarato di voler estendere la prima data utile per l’incremento dei tassi di interessi da
K metro 0 – Vilnius – La Banca centrale europea ha deciso di scendere in campo per sostenere l’economia dell’eurozona, unendosi alla Federal Reserve statunitense nella risposta alle preoccupazioni riguardo la crescita globale. Nella giornata di giovedì, la Bce ha dichiarato di voler estendere la prima data utile per l’incremento dei tassi di interessi da fine anno alla metà del 2020. I tassi di riferimento sono ai livelli più bassi di sempre. Tra gli impegni c’è anche quello di offrire bassi tassi nei prestiti biennali alle banche annunciati in precedenza, nel caso in cui le banche stesse oltrepassino i parametri di riferimento. Un importante provvedimento per far sì che il credito continui ad arrivare alle imprese.
La decisione dell’autorità monetaria dell’eurozona arriva a due giorni dal cambiamento di strategia annunciato da Jay Powell, a capo della Federal Reserve. Nei prossimi mesi, quindi, verrà impiegato ancora più stimolo piuttosto che meno. Powell ha dichiarato che la Fed è pronta a intervenire se le tensioni commerciali portate dal governo Trump dovessero minacciare l’economia degli Stati Uniti. Gli investitori hanno interpretato le sue parole come un passo in direzione di ulteriori tagli agli interessi a fine anno. Sia la Bce che la Fed hanno dovuto interrompere la sospensione dello stimolo monetario messo in campo durante la grande recessione e la crisi finanziaria globale. Proprio negli USA si è cominciato ad innalzare i tassi di interessi ma con meno strette sulle politiche monetarie, essendo incerto il destino dell’economia. Il discorso è valido anche per le banche centrali di India e Australia che hanno adottato le stesse misure in settimana per rispondere a delle previsioni economiche non incoraggianti.
Il presidente della Bce, Mario Draghi, è intervenuto in conferenza stampa nella giornata di ieri per parlare dei rischi del protezionismo, dei problemi nei mercati emergenti e dell’incertezza sulle modalità con cui il Regno Unito abbandonerà l’Unione europea. L’ultima deadline è quella del 31 ottobre ma non è ancora chiara se la Brexit avverrà con un accordo tra le parti che possa scongiurare lo sconvolgimento dei mercati.
Draghi ha nuovamente ribadito che la Banca centrale è “pronta a utilizzare tutti gli strumenti in proprio possesso” per sostenere l’economia. Alcuni membri del consiglio d’amministrazione, secondo quanto riferito dallo stesso Draghi, avrebbero proposto di riprendere il programma di stimolo legato all’acquisto di titoli da concludersi a fine anno, quando si arriverà a 2,6 trilioni di spesa. Dalle parole del presidente della Bce si evince inoltre che sarebbe possibile in caso di necessità. “C’è spazio per qualsiasi misura da mettere in atto”, ha sottolineato Draghi.
Come negli Stati Uniti, l’eurozona ha osservato una crescita economica, di uno 0,4% nel primo trimestre rispetto a quello precedente, e una percentuale bassa di disoccupazione. Tuttavia, i recenti indicatori non stanno fornendo dati rassicuranti. Le imprese temono che le tensioni commerciali tra USA e Cina possano inasprirsi e portare nuovi dazi o imposte sulle importazioni e per questo agiscono con cautela.