Si tratta in alcuni casi di imposte abolite in altre regioni ma non nel Lazio K metro 0/Jobsnews – Lazio – Che il Lazio e la Capitale fossero la Regione e la città più tassate d’Italia era oramai noto. Ciò che la maggior parte dei cittadini ignora, invece, è il pagamento di alcune tasse occulte,
Si tratta in alcuni casi di imposte abolite in altre regioni ma non nel Lazio
K metro 0/Jobsnews – Lazio – Che il Lazio e la Capitale fossero la Regione e la città più tassate d’Italia era oramai noto. Ciò che la maggior parte dei cittadini ignora, invece, è il pagamento di alcune tasse occulte, che vanno ad incidere pesantemente sulle tasche degli utenti. Si tratta di cinque “tasse sulle tasse”, ovvero delle imposte aggiuntive sulle bollette del gas, della Tari, sull’assicurazione, sull’acquisto di un’auto o di uno scooter. Acronimi sconosciuti ai più, come Arisgam, Irba, Tefa, che a livello nazionale garantiscono un introito di 4,9 miliardi di euro e solo a Roma producono circa 400 milioni di euro. Neanche a dirlo, l’entrata più elevata a livello nazionale. Segue Milano con circa 230 mila euro. Questi alcuni dati elaborati dalla Uil del Lazio sulla base di uno studio realizzato dal Servizio politiche territoriali della Uil nazionale. Soltanto l’Arisgam, ovvero l’addizionale regionale sul consumo del gas metano sia per uso domestico sia industriale, garantisce alla nostra regione un introito annuo di circa 53 milioni di euro (470 milioni a livello nazionale), cui vanno aggiunti i 23 milioni garantiti dall’Irba, l’imposta regionale sulla benzina per autotrazione, in vigore soltanto in sette regioni della Penisola (oltre il Lazio, Calabria, Campania, Molise, Piemonte, Liguria e Marche). Due tasse introdotte nel 1990 e a discrezione delle Regioni che possono abolirle e fissare l’entità del tributo che, per l’Arisgam, varia da 5,50 euro a un massimo di 30,98 euro ogni mille metri cubi di gas consumato, mentre la misura dell’Irba è determinata in 0,0258 euro per ogni litro di benzina (ovvero 2,58 centesimi ogni 100 litri di carburante). Ma non è finita qui.
Alle due super tasse regionali si sommano tre imposte provinciali: quella di trascrizione (Ipt), quella sulle assicurazioni contro la responsabilità civile dei veicoli e il tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente (Tefa). La prima viene applicata su tutte le formalità di trascrizione e iscrizione relative ai veicoli, richieste al Pubblico Registro Automobilistico (Pra). Si tratta di un importo fisso pari a 150 euro fino a 53 kilowatt cui vanno sommati 3,51 euro per ogni kilowatt aggiuntivo. Ogni Provincia può decidere un aumento della tariffa fino a un massimo del 30 per cento. Maggiorazione applicata da pochissime grandi città italiane, Roma in primis. Nella Capitale l’ipt garantisce un’entrata di circa 157 milioni di euro, cui si aggiungono i 181 milioni dell’imposta sulle assicurazioni che si applica sul premio di tutti i veicoli e comporta una spesa pari al 12,5 per cento del totale dell’importo assicurativo. La Tefa invece viene applicata alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed è proporzionale alla superficie degli immobili. Viene stabilita annualmente dalla Provincia che può decidere un’aliquota minima dell’1% fino a un massimo del 5%. Quest’ultima rappresenta la percentuale più applicata nelle grandi città, Capitale compresa.
“Si tratta di tasse che i cittadini non sanno di pagare – commenta il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica – e che vanno a gravare ulteriormente sull’esborso non irrilevante che sono costretti a sostenere quotidianamente. Tasse che soprattutto per la Capitale rappresentano veri e propri salassi, non in linea né con i servizi offerti, ne’ con gli stipendi. Tra l’altro, la poca conoscenza di queste ulteriori cinque imposte implica poca trasparenza e quindi poca correttezza nei confronti degli utenti che sono oramai stremati e alla fine si ritrovano a pagare una tassa per ogni giorno della settimana. Il tutto senza ottenere nulla in cambio, purtroppo”.