K metro 0 – Mosca – La Russia ha deciso di richiedere agli utenti dell’app per incontri Tinder di condividere i propri dati, inclusi i messaggi, con i servizi di sicurezza nazionale. Il Cremlino è da alcuni anni al lavoro per ampliare dei controlli sull’universo di Internet. L’autorità russa che gestisce i diritti di Internet,
K metro 0 – Mosca – La Russia ha deciso di richiedere agli utenti dell’app per incontri Tinder di condividere i propri dati, inclusi i messaggi, con i servizi di sicurezza nazionale. Il Cremlino è da alcuni anni al lavoro per ampliare dei controlli sull’universo di Internet.
L’autorità russa che gestisce i diritti di Internet, la Roskomsvoboda, ha annunciato l’aggiunta di Tinder alla lista delle “organizers of information dissemination” (ORI), ovvero l’elenco delle società obbligate a presentare i dati al governo e controllato dall’ufficio di censura statale della Russia. Tinder dovrà decidere quindi se cooperare con le autorità o rischiare di venire bloccata completamente nel Paese. La regolamentazione verrà applicata a qualsiasi tipo di dato che passerà attraverso i server russi, inclusi i messaggi inviati ad altri utenti. La società californiana non ha ancora commentato ufficialmente la faccenda.
La Russia in tempi recenti ha imposto regole sempre più stringenti per controllare l’attività online della popolazione. Tra le altre cose, le compagnie che forniscono traffico Internet devono archiviare per almeno sei mesi i contenuti degli utenti e fornirli alle autorità in caso di necessità. L’anno scorso è stata presa di mira l’app di messaggistica Telegram, a seguito del rifiuto dell’azienda di rendere disponibili i dati degli utenti. Alcuni funzionari russi, incluso il capo dell’FSB, si sono scagliati contro Telegram sostenendo che avrebbe permesso agli “estremisti” di utilizzare i benefici della piattaforma per organizzare attacchi terroristici. Nonostante il ban sia stato messo in atto, l’applicazione è ancora utilizzabile in Russia. Anche il social network Linkedin è andato incontro ad una sorte simile. Dopo aver imboccato la strada della resistenza, una corte ha ordinato il blocco del sito nel 2016. Era stata richiesto il trasferimento dei dati personali dei cittadini russi nei server nazionali.
Nel complesso, 175 servizi tra piattaforme e siti online sono controllati dalle autorità russe, per la maggior parte si tratta di siti web minori. Le applicazioni di messaggistica più diffuse come WhatsApp o Messenger di Facebook non sono incluse nella lista, ma il blocco di queste ultime rappresenterebbe un altro passo nella politica di controllo portata avanti. Il watchdog russo per i diritti di internet ha colpito anche Zello, un’applicazione per scambiare messaggi vocali famosa soprattutto tra i camionisti, che nel 2015 è stata fondamentale per riunire tutti gli appartenenti alla categoria per protestare contro un nuovo sistema di tassazione. Dopo mesi di tentativi, infatti Zello è stata bloccata e non è più disponibile in Russia dallo scorso anno.