K metro 0 – Bruxelles – Nell’ultimo summit Ue andato in scena a Bruxelles nella giornata di martedì, Francia e Germania si sono trovate in disaccordo riguardo la nomina del sostituto di Jean-Claude Juncker nel ruolo di presidente della Commissione europea. Le divergenze sono diventate ancor più evidenti a seguito dei risultati delle elezioni europee
K metro 0 – Bruxelles – Nell’ultimo summit Ue andato in scena a Bruxelles nella giornata di martedì, Francia e Germania si sono trovate in disaccordo riguardo la nomina del sostituto di Jean-Claude Juncker nel ruolo di presidente della Commissione europea. Le divergenze sono diventate ancor più evidenti a seguito dei risultati delle elezioni europee della scorsa settimana, che hanno ridisegnato la mappa politica dell’Europa. Il mandato di Juncker terminerà il prossimo 31 ottobre e i leader di tutto il continente stanno passando in rassegna i possibili sostituti.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha escluso, tra i nomi proposti, quello di Manfred Weber, politico tedesco e, parlando agli organi di stampa, ha dichiarato di voler individuare “una personalità che abbia esperienza, nel proprio Paese o in Europa, e che possa garantire una certa credibilità”. Il 46enne Weber guida il Partito Popolare Europeo, il raggruppamento più ampio all’interno dell’assemblea dell’Unione, dal 2014 ma non ha mai ricoperto veri e propri ruoli istituzionali. Tra le figure che potrebbero ricoprire adeguatamente l’incarico, suggerite da Macron, ci sarebbero la danese Margrethe Vestager, commissaria europea per la concorrenza, e Michel Barnier, il politico francese che ha portato avanti negoziazioni per la Brexit per l’Ue. Far nominare Barnier come capo della Commissione manderebbe un segnale molto importante all’estrema destra francese, vittoriosa nelle elezioni di domenica scorsa.
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, la cui coalizione ha subito qualche perdita nelle votazioni per il Parlamento europeo a vantaggio dei Verdi, continua ad appoggiare Weber. “Da membro della famiglia del PPE, sosterrò ovviamente Manfred Weber”, le sue parole riportate da AP. Sia il Partito Popolare sia i socialisti di centro-sinistra hanno subito un brutto colpo. Gli elettori preoccupati per questioni come i cambiamenti climatici, i flussi migratori e la sicurezza si sono rivolti ai Verdi, all’ALDE, di cui farà parte anche il partito di Macron, o ai partiti di estrema destra. Non è chiaro, quindi, quale sarà la maggioranza all’interno del Parlamento europeo, una volta che i legislatori si riuniranno a luglio.
I leader politici hanno sottolineato il dato incoraggiante dell’affluenza alle urne, il più alto da 20 anni, e hanno promesso un’Europa più dinamica su temi come i cambiamenti climatici, la creazione di nuovi posti di lavoro, la previdenza sociale e le politiche migratorie. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha scelto di appoggiare Frans Timmermans, ex ministro degli Esteri olandese e braccio destro di Juncker alla commissione. “Ha l’esperienza giusta per guidare la Commissione, non solo a livello nazionale ma anche a livello Europeo”. Tra gli argomenti sul tavolo, c’è stato anche quello della nomina dei sostituti di Donald Tusk, Federica Mogherini e Mario Draghi nei rispettivi ruoli di presidente del Consiglio europeo, di Alto rappresentante e di numero uno della Banca centrale europea.
Un candidato unico non è ancora emerso. Tuttavia, il tempo stringe e i leader vorrebbero avere già i nomi dei candidati al prossimo summit del 20 e 21 giugno. “Vogliamo trovare una soluzione al piu0 presto, il Parlamento europeo si riunirà ad inizio luglio e sarebbe preferibile avere già delle proposte”, aveva dichiarato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, nelle scorse settimane. I primi segnali indicano che ci vorrà del tempo risolvere la faccenda e che uno scontro tra il Consiglio dell’Ue, che rappresenta i governi nazionali, e il Parlamento è imminente.