K metro 0 – Roma – “Il razzo vettore Falcon 9 di SpaceX, con a bordo i primi 60 satelliti della costellazione Starlink, ideata da Elon Musk per offrire servizi di comunicazione internet ad alta velocità su banda larga in orbita bassa, effettuerà un terzo tentativo di lancio giovedì 23 maggio partendo da Cape Canaveral. A un primo rinvio
K metro 0 – Roma – “Il razzo vettore Falcon 9 di SpaceX, con a bordo i primi 60 satelliti della costellazione Starlink, ideata da Elon Musk per offrire servizi di comunicazione internet ad alta velocità su banda larga in orbita bassa, effettuerà un terzo tentativo di lancio giovedì 23 maggio partendo da Cape Canaveral. A un primo rinvio del lift-off, causa forte vento in quota mercoledì 15 maggio, ne era seguito un secondo imposto dalla necessità di aggiornare il software che gestisce le operazioni di rilascio del carico utile.
Il gruppo di 60 satelliti, ciascuno del peso di 227 kg e a forma di pannelli piatti dotati di antenne ad alta potenza di trasmissione, verrà trasferito alla quota di 440 km, da dove, spinti da piccoli propulsori ionici, raggiungeranno la quota operativa di 550 km. Il rilascio dei satelliti avverrà mettendo in rotazione lo stadio in cui sono stati collocati, sfruttando l’effetto inerzia e rinunciando ad attuatori.
La costellazione Starlink opererà su tre livelli orbitali. I primi 1.600 satelliti saranno collocati sull’orbita di 550 chilometri, il secondo gruppo di 2.800 a 1.150 chilometri e ben 7.500 satelliti saranno distribuiti a un’altezza di 340 chilometri. Un progetto articolato e complesso, da completare nell’arco di un decennio, per un costo di 10 miliardi di dollari.
La capacità operativa sarà raggiunta dopo il lancio del 400esimo satellite e permetterà di iniziare la vendita dei relativi servizi, garantiti da una rete di stazioni terrestri integrata dalle connessioni laser tra gli stessi satelliti”.
Questo è il comunicato stampa diffuso, anche da Teleborsa, sull’evento innovativo.
Però, alcune domande sorgono spontanee. La prima potrebbe riguardare l’interferenza delle onde elettromagnetiche sulla navigazione aerea. La seconda potrebbe essere rivolta alla gestione degli spazi orbitanti attorno al pianeta Terra: quale autorità potrebbe sorvegliare il traffico satellitare ed evitare incidenti tra satelliti. Poiché inoltre i satelliti comunicano con il pianeta Terra attraverso onde elettromagnetiche, quale sarà il livello di sopportazione dei terrestri all’intensificarsi dell’inquinamento elettromagnetico del pianeta? Quali esseri viventi potranno reagire senza conseguenze e quali specie, al contrario, potrebbero essere irrimediabilmente danneggiate? Sono domande legittime, che l’umanità dovrebbe porsi.
di Salvatore Rondello