K metro 0 – Madrid – Il Partito socialista spagnolo (Psoe), recente vincitore delle elezioni politiche nazionali del 28 aprile, è adesso il favorito anche per le imminenti elezioni europee del 26 maggio, e il fatto non è di poca importanza: infatti, il contributo che i socialisti apporteranno potrebbe essere un aiuto consistente per il Pse,
K metro 0 – Madrid – Il Partito socialista spagnolo (Psoe), recente vincitore delle elezioni politiche nazionali del 28 aprile, è adesso il favorito anche per le imminenti elezioni europee del 26 maggio, e il fatto non è di poca importanza: infatti, il contributo che i socialisti apporteranno potrebbe essere un aiuto consistente per il Pse, che ha avuto forti perdite forti ed è in calo secondo i sondaggi elettorali, come i popolari del Ppe.
Adesso, le forze politiche tradizionali di centrodestra e centrosinistra dovranno fronteggiare l’avanzata dei populisti ed euroscettici. Il PSOE attualmente col suo recente successo rappresenta una controtendenza rispetto alla maggior parte dei partiti gemellati in Europa, come il Ps francese o l’Spd tedesco: con l’aiuto dei socialisti spagnoli, infatti, il il Pse conquisterebbe 143 eurodeputati contro i 191 attuali, rimanendo comunque la seconda forza dietro al Ppe (che dovrebbe eleggerne 171, contro i 216 di prima). Il Psoe avrebbe quindi un notevole peso politico anche a Bruxelles, qualora i socialisti dovessero far parte di una coalizione che per ottenere la maggioranza dovrebbe contare non solo sul Ppe ma anche sui liberali dell’Alde (che, in crescita, supererebbero i 100 seggi). Inoltre, non va sottovalutato il fatto che in Spagna, a parte la new entry del partito di estrema destra Vox, non esiste un movimento antieuropeista, rispetto ad altri Stati membri dell’UE.
Il calendario elettorale spagnolo ha tuttavia concentrato nel giro di un mese le politiche, le europee e le amministrative: archiviate le prime lo scorso 28 aprile, i partiti guardano alle restanti come ad una conferma (o a una riscossa) ma anche un banco di prova per eventuali alleanze di governo. Oltre che alle europee, dunque, i socialisti spagnoli sono ora interessati alle amministrative, in particolare alla corsa elettorale che vi sarà per 12 comunità autonome (regioni) e, fra gli altri, i comuni di Madrid e Barcellona.
Dopo lunghi anni di crisi politiche e ricorsi alle urne senza frutti, il vecchio modello bipolare post-franchista sembra essere giunto al capolinea: nello scontro decennio tra socialisti e popolari ha aperto le porte anche ad altri attori. Prima la sinistra radicale, in realtà negli ultimi tempi molto più “normalizzata”, di Podemos. Poi il centrodestra liberale e anti-catalano di Ciudadanos. Infine, l’ultradestra sovranista di Vox. Oggi quindi il panorama elettorale spagnolo è alquanto variegato, ed è questa miscela di voci che ha permesso la ribalta di Sanchez, il quale però, nonostante la vittoria schiacciante, non è sicuro di formare un governo di maggioranza. Quindi, le elezioni europee sono un momento fondamentale per capire quali saranno gli equilibri che il leader socialista cercherà di creare nella formazione dell’esecutivo.
Il primo pilastro della politica estera spagnola è stato negli ultimi anni il recupero della fiducia da parte dell’Europa. Con Rajoy è stato fatto il lavoro “lacrime e sangue”, con Sanchez si punta ora al salto di qualità. L’attivismo nell’accoglienza dei migranti ha creato qualche tensione con il governo italiano di Lega (soprattutto) e M5s, ma allo stesso tempo ha accreditato Madrid a Bruxelles.
I buoni risultati economici e la predisposizione collaborativa a livello politico hanno creato il presupposto affinché la Spagna possa avere un peso maggiore all’interno della prossima legislatura europea. Si vocifera da tempo del fatto che Sanchez possa portare a casa una poltrona importante e decisionale per uno spagnolo, superando l’Italia e piazzandosi sul podio degli Stati più influenti del Vecchio Continente.
La Spagna esprimerà 54 seggi al prossimo Parlamento europeo (dovevano essere 59 con la Brexit). Con gli ultimi sondaggi ai socialisti andrebbero 17 seggi, ai popolari 10 e a Ciudadanos 9. Podemos e Vox prenderebbero rispettivamente 7 e 4 seggi.