fbpx

Gli Usa inviano portaerei nell’area del Golfo. escalation o semplice manovra? 

Gli Usa inviano portaerei nell’area del Golfo. escalation o semplice manovra? 

K metro 0 – Golfo Persico – Nuovi venti di guerra soffiano nell’area del Golfo. Gli Usa, dopo le minacce iraniane sul nucleare, hanno inviato nel Golfo Persico una nave anfibia e una batteria di missili Patriot in aggiunta al contingente già presente. Ad autorizzare il rafforzamento delle difese americane nell’area è stato il capo

K metro 0 – Golfo Persico – Nuovi venti di guerra soffiano nell’area del Golfo. Gli Usa, dopo le minacce iraniane sul nucleare, hanno inviato nel Golfo Persico una nave anfibia e una batteria di missili Patriot in aggiunta al contingente già presente. Ad autorizzare il rafforzamento delle difese americane nell’area è stato il capo del Pentagono, Patrick Shanahan. La nave anfibia inviata è la Arlington, che trasporta marines, veicoli anfibi ed elicotteri utilizzabili in vari tipi di operazioni militari. Nel frattempo, il Dipartimento di Stato ha autorizzato anche la vendita di Patriot al Bahrain.

Le ulteriori mosse americane, secondo fonti militari citate dai media Usa, sono legate al fatto che Washington non ha visto nessuna reazione da parte di Teheran dopo l’invio di una flotta da guerra guidata dalla Abraham Lincoln e di una squadra di bombardieri B52. Gli Stati Uniti hanno giustificato le operazioni sulla base di informazioni dell’intelligence secondo cui sarebbero attendibili le minacce di attacchi alle forze Usa nella regione. In particolare, Washington ha indicato i Guardiani della rivoluzione islamica come gruppo terroristico straniero.  Teheran ha risposto equiparando le truppe americane all’Isis. Alcune fonti militari hanno riferito che gli iraniani hanno caricato e trasportato missili in piccoli battelli sul Golfo Persico.  Altre fonti provenienti da milizie vicine a Teheran sostengono che è aumentata la sorveglianza delle truppe Usa in Iraq. L’amministrazione marittima Usa, ha avvisato che l’Iran potrebbe colpire petroliere e altre navi commerciali con bandiera a stelle e strisce operanti nell’area del Golfo. Però, finora non c’è stata nessuna prova e nessun dettaglio ufficiale.

Dunque, il sensibile rafforzamento della presenza militare statunitense in tutta l’area del Golfo e in Medioriente, secondo Washington, sarebbe dovuto all’aumentato rischio di un attacco da parte dell’Iran.

A detta di diversi analisti, invece, si tratterebbe di una prova di forza che rischia di incendiare tutto il Medio Oriente. Una settimana fa il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton, aveva annunziato l’invio dei bombardieri e della Lincoln. Giovedì scorso, la portaerei ha attraversato il canale di Suez lasciando il Mar Mediterraneo: un chiaro messaggio per Teheran.

I B-52, invece, sono giunti nell’area già mercoledì scorso, come ha confermato Centcom, il Comando delle Forze armate Usa in Medio Oriente e Asia centrale. Bolton aveva parlato di una serie di preoccupanti avvertimenti da parte della Repubblica iraniana, senza fornire ulteriori dettagli. Ciò ha portato molti osservatori ad affermare che le mosse Usa stanno scaldando inutilmente un clima già esasperato per le vicende sul nucleare, e non solo.

Teheran ha definito gli allarmi Usa false accuse. Il portavoce del Consiglio supremo iraniano, Keyvan Khosravi, ha reagito all’annuncio di Bolton, parlando di un maldestro tentativo di utilizzare un evento già conosciuto per la loro guerra psicologica’, anche se non ha mancato di ribadire che l’Iran reagirà con durezza all’eventuale uso della forza.

È di pochi giorni fa l’annuncio di Teheran di non voler più rispettare alcuni degli impegni-chiave dell’accordo sul nucleare raggiunto a Vienna nel 2015, intesa che il presidente americano Donald Trump aveva già disdettato unilateralmente un anno fa. Tra l’altro, l’Iran ha fatto sapere che ha smesso di rispettare i limiti fissati alle sue riserve di uranio arricchito.

Si tratta di decisioni, afferma Teheran, prese in seguito alle sanzioni imposte da Washington dopo la sua uscita dall’accordo, con evidenti effetti negativi sull’economia iraniana. Dal punto di vista politico, in questi giorni la tattica americana sembra un continuo ‘stop-and-go’: giovedì Trump ha dichiarato di essere ancora aperto a nuovi colloqui con gli iraniani. Parlando dalla Casa Bianca ai giornalisti, ha detto: “Mi piacerebbe che mi chiamassero. Semplicemente, non vogliamo che abbiano armi nucleari, non chiedo molto”.

Poche ore dopo, il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha ribadito che qualsiasi attacco dall’Iran avrebbe provocato una risposta rapida e decisa da parte degli Stati Uniti.

La posta in palio è molto alta ed il rischio di una nuova guerra nel Golfo Persico è sempre più preoccupante.

di Salvatore Rondello

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: