K metro 0 – Lesbo – Più di 100 richiedenti asilo sono stati processati nella giornata di giovedì 9 maggio, nell’isola di Lesbo, dopo aver protestato per le condizioni disumane dei centri d’accoglienza. La maggior parte sono afghani e sono accusati di aver occupato illegalmente la piazza centrale dell’isola nell’aprile del 2018. Tra i manifestanti
K metro 0 – Lesbo – Più di 100 richiedenti asilo sono stati processati nella giornata di giovedì 9 maggio, nell’isola di Lesbo, dopo aver protestato per le condizioni disumane dei centri d’accoglienza. La maggior parte sono afghani e sono accusati di aver occupato illegalmente la piazza centrale dell’isola nell’aprile del 2018. Tra i manifestanti anche donne e bambini, che hanno portato avanti un sit-in contestato da militanti di estrema destra. I dimostranti si sono visti, infatti, lanciare sassi e razzi, con le autorità di polizia impegnate a tenere le due ‘fazioni’ separate.
“Non abbiamo fatto nulla. Siamo stati attaccati da degli estremisti. Siamo innocenti,” le parole riferite ad AFP da uno degli imputati, Hadisse Hosseini, rifugiato afghano, al di fuori del tribunale. Tra gli individui presenti agli scontri, 26 sono stati provvisoriamente identificati dalla polizia. La data del processo non è stata ancora stabilita. Circa 70mila rifugiati e migranti sono rimasti bloccati in Grecia, dopo l’inizio del flusso di spostamenti nel 2015. Molti di loro erano in fuga dalla guerra in Siria e avevano intenzione di trasferirsi in Paesi dell’Unione europea più abbienti, come la Germania. Di questi, 15mila sono in stallo nelle isole greche, in centri d’accoglienza sovraffollati, le cui condizioni disumane sono state ripetutamente criticate e segnalate dagli attivisti per i diritti umani. La situazione è ancora peggiore nelle isole di Lesbo e Samo, dove oltre 10mila persone vivono in campi costruiti per contenere un terzo di quel numero. I circa 7mila rifugiati e migranti presenti sull’isola di Lesbo superano in numero la popolazione locale di 2,5 a uno.
I richiedenti asilo avevano iniziato il proprio percorso arrivando in Turchia, nel tentativo di fuggire dalla guerra e dai conflitti in Medio Oriente. Speravano poi di utilizzare la Grecia come trampolino di lancio verso l’Europa. Tuttavia, l’Ue ha di fatto chiuso le porte e molte nazioni hanno rigettato le richieste di condivisione del carico di rifugiati. Il centro d’accoglienza di Lesbo ha sforato di sei volte la propria capacità ed è stato teatro di costanti tensioni e scontri fra i diversi gruppi etnici e con la polizia. I funzionari dell’isola e i residenti vogliono che parte siano portati nei centri sulla terraferma ma il governo greco ha ribadito l’impossibilità di un’azione del genere, visto che andrebbe a violare i termini dell’accordo di scambio.
Una situazione che continua a peggiorare anche in altri Paesi, come l’Ungheria, dove nella nottata di martedì una famiglia composta da sei afghani richiedenti asilo, è stata ‘deportata’ in Serbia. Di notte, i sei rifugiati hanno dovuto oltrepassare una recinzione alla frontiera, senza che vi fosse nessuno ad aspettarli dall’altra parte. La ‘deportazione notturna’ non è passata inosservata ed è al vaglio dell’agenzia per i rifugiati dell’Onu. La coppia insieme ai loro quattro figli, sono stati presi da una zona di transito per richiedenti asilo e portati al confine all’interno di una camionetta della polizia. Erano visibilmente in difficoltà mentre trasportavano i propri effetti personali in grandi buste dell’immondizia. “E’ peggior Paese che io conosca. Potreste essere anche voi dei rifugiati in futuro, ricordatevelo!”, ha detto la madre dei quattro alla polizia.