K metro 0 – Sofia – Papa Francesco ha compiuto il suo ventinovesimo viaggio all’estero, in Bulgaria e nella Repubblica della Macedonia del Nord. Il pellegrinaggio si svolge in questi giorni sulle orme di due grandi figure del continente europeo: Giovanni XXIII, il Papa della “Pacem in terris” che fu nunzio apostolico a Sofia tra il 1925
K metro 0 – Sofia – Papa Francesco ha compiuto il suo ventinovesimo viaggio all’estero, in Bulgaria e nella Repubblica della Macedonia del Nord. Il pellegrinaggio si svolge in questi giorni sulle orme di due grandi figure del continente europeo: Giovanni XXIII, il Papa della “Pacem in terris” che fu nunzio apostolico a Sofia tra il 1925 e il 1934, e Madre Teresa di Calcutta, nativa di Skopje, la capitale macedone.
La visita è fatta all’insegna del dialogo ecumenico con gli ortodossi (maggioritari in entrambi i Paesi) e con il mondo islamico (l’8% dei bulgari e un terzo dei macedoni sono musulmani). Un viaggio all’insegna della pace, in un territorio, quello balcanico, storicamente il ‘ventre molle’ e la ‘polveriera’ del Vecchio Continente. Sempre ben attento al fenomeno delle migrazioni, il Pontefice non ha mancato la visita al campo profughi di Vrazhdebna.
Il Successore di Pietro ha confermato nella fede la piccola comunità di cattolici che popola queste terre (circa 70mila in Bulgaria, l’1% della popolazione, e 15mila in Macedonia, meno dell’1%).
È significativo che, per la seconda volta nella storia, un Pontefice si è recato in Bulgaria (Papa Wojtyla ci andò nel 2002), mentre è la prima in assoluto in Macedonia.
Papa Francesco ha rivolto un videomessaggio al popolo bulgaro definendo il suo viaggio un pellegrinaggio nel segno della fede, dell’unità e della pace.
La tre giorni balcanica di Papa Francesco precede la visita in Romania, che effettuerà tra fine maggio ed i primi di giugno.
Mentre era diretto a Sofia, sull’aereo, un giornalista gli ha regalato un libro intitolato Salvare l’Europa che narra i curiosi retroscena sulla nascita della bandiera azzurra sormontata dalle 12 stelle, ispirata al simbolismo cristiano ottocentesco dell’Immacolata Concezione. Prendendo in mano il volume il Papa ha esclamato convinto. «Mi piace questo titolo». Poi ha aggiunto una battuta: «Hanno voluto negare le radici dell’Europa e così Dio si è vendicato».
Atterrato a Sofia alle 10 (le 9 ora italiana) del 5 maggio, è stato accolto dal primo ministro bulgaro, Bojko Borisov, col quale ha avuto un breve colloquio.Il programma del Pontefice è proseguito con la visita al Palazzo Presidenziale dove ha incontrato il Presidente della Repubblica, Rumen Radev, e altre autorità locali.
Alle 10,15, ora di Roma, Francesco ha pronunciato un discorso alle Autorità presenti nella piazza Atanas Burov. “Sono lieto di trovarmi in Bulgaria”, ha esordito. E ha definito questa terra “luogo d’incontro tra molteplici culture e civiltà”. Ha espresso gratitudine alle autorità politiche per averlo invitato. Ha salutato le autorità religiose della Chiesa Ortodossa Bulgara dichiarando gli intenti del suo Viaggio Apostolico. Il Papa ha ribadito: “Vengo a confermare nella fede e ad incoraggiare”.
Papa Francesco ha aggiunto parole di saluto anche per i fedeli delle altre confessioni religiose. Ha ribadito la propria “convinzione” che gli insegnamenti di queste religioni impongono i “valori della pace”, della “reciproca conoscenza”, nonché della “fratellanza umana” e della “convivenza comune”. Il richiamo esplicito di Papa Francesco è al “Documento sulla fratellanza umana” firmato ad Abu Dhabi lo scorso febbraio assieme al Grande Imam, Al-Azhar.
Alle 11,00, rivolgendosi al Presidente della Repubblica, Papa Francesco ha esortato a “creare le condizioni” perchè i giovani possano vivere nella propria terra natia “una vita degna”. In questo modo non saranno “costretti ad emigrare”.
Il programma è proseguito con la visita al Patriarca ortodosso e al Santo Sinodo nel palazzo del Santo Sinodo, dove il Papa e il Patriarca Neofit hanno pronunciato un saluto, prima della sosta di preghiera in silenzio (gli ortodossi bulgari non ammettono preghiere in comune con i cattolici), avvenuta alle 12.50, davanti al trono dei Santi Cirillo e Metodio nella cattedrale patriarcale di San Alexander Nevsky. Quindi, nella piazza omonima, la recita del Regina Coeli. Dopo il pranzo, la celebrazione della Messa davanti a 7/8mila fedeli.
La giornata di lunedì 6 maggio è cominciata con la visita al campo profughi di Vrazhdebna. Il “portavoce” vaticano Gisotti ha precisato che l’incontro in forma privata è stato senza discorso, con profughi che vengono da Siria e Iraq: un momento molto toccante, quando il Papa ha ricevuto i disegni dei bambini. Poi la partenza per Rakovsky, dove c’è la più alta densità di fedeli cattolici. Nel pomeriggio si è svolto l’incontro con la comunità cattolica nella chiesa di San Michele Arcangelo, animata da diverse testimonianze e musiche. Monsignor Gisotti ha precisato: “La chiesa è stata ricostruita dopo il terremoto del 1928 per impegno di Roncalli”. Poi il ritorno a Sofia in aereo, per l’incontro per la pace alla presenza degli esponenti delle varie confessioni religiose presenti in Bulgaria.
In questa circostanza nella Piazza Nezavisimost di Sofia, il Papa ha detto: “Ciascuno di noi sulle orme di San Francesco è chiamato a diventare un costruttore, un ‘artigiano’ di pace. Pace che dobbiamo implorare e per la quale dobbiamo lavorare, dono e compito, regalo e sforzo costante e quotidiano per costruire una cultura in cui anche la pace sia un diritto fondamentale. Pace attiva e ‘fortificata’ contro tutte le forme di egoismo e di indifferenza che ci fanno anteporre gli interessi meschini di alcuni alla dignità inviolabile di ogni persona. La pace esige e chiede che facciamo del dialogo una via, della collaborazione comune la nostra condotta, della conoscenza reciproca il metodo e il criterio per incontrarci in ciò che ci unisce, rispettarci in ciò che ci separa e incoraggiarci a guardare il futuro come spazio di opportunità e di dignità, specialmente per le generazioni che verranno”.
Oggi, 7 maggio, papa Francesco ha lasciato Sofia per Skopje prevista una cerimonia di benvenuto nel cortile del palazzo presidenziale, discorso al popolo macedone, incontro con le autorità, società civile e il Corpo diplomatico, è un momento dedicato a Madre Teresa, con la visita al Memoriale costruito dove si trova la chiesa del Sacro Cuore, distrutta nel terremoto del 1963, dove Madre Teresa è stata battezzata.
Poi, il Pontefice, dopo la benedizione della prima pietra del Santuario dedicato a Madre Teresa, alle 11.30 terrà la Messa in piazza Macedonia. Sono previsti un pranzo nel vescovado e due incontri nel pomeriggio: nel centro pastorale della diocesi, con i giovani, a carattere sia ecumenico che interreligioso, e con il clero e i religiosi e le consacrate, nella cattedrale del Sacro Cuore di Gesù. Poi, in aeroporto, la cerimonia di congedo e la partenza. L’arrivo a Ciampino è previsto per le 20,30 di stasera.
Un altro importante viaggio per il dialogo interreligioso è stato compiuto da Papa Bergoglio per costruire la pace tra i popoli, ma il percorso è ancora lungo e difficile.
di Salvatore Rondello