K metro 0 – Nicosia – Il ministro della Giustizia cipriota ha rassegnato le dimissioni, giovedì 2 maggio, per il caso – esploso negli ultimi giorni – del serial killer che ha confessato di aver ucciso sette donne e ragazze straniere. Un capitano dell’esercito cipriota ha ammesso di avere commesso questi delitti, mentre la polizia continua la
K metro 0 – Nicosia – Il ministro della Giustizia cipriota ha rassegnato le dimissioni, giovedì 2 maggio, per il caso – esploso negli ultimi giorni – del serial killer che ha confessato di aver ucciso sette donne e ragazze straniere. Un capitano dell’esercito cipriota ha ammesso di avere commesso questi delitti, mentre la polizia continua la ricerca dei corpi di tre delle vittime.
Il ministro della Giustizia, Ionas Nicolaou, ha affermato di aver preso la decisione per ragioni di “coscienza e principio”, perché le uccisioni – che le autorità hanno descritto come “senza precedenti” – hanno profondamente scosso la nazione mediterranea, abitata da poco più di un milione di persone. Ma ha precisato di non avere alcuna responsabilità nel modo in cui la polizia ha gestito i rapporti sulle persone che erano scomparse (poi in gran parte ritrovate uccise), aggiungendo che le autorità di polizia non lo avevano mai informato della loro scomparsa. Nicolaou ha osservato che è “completamente ingiusto” attribuire la colpa a lui stesso o al governo per eventuali ritardi investigativi nei rapporti sulle persone scomparse: perché un ministro “non viene coinvolto né dovrebbe essere coinvolto” in tali indagini, che vengono svolte da magistratura e polizia. A suo avviso, invece, le ragioni delle possibili carenze nelle indagini su questi delitti sono da ricercare in non meglio chiarite “attitudini e percezioni” della società cipriota, evidentemente nei confronti degli stranieri, “che non fanno onore” al Paese.
Tra le ragioni che hanno portato alle sue dimissioni, ha voluto sottolineare, c’ è stato il fatto che le ripercussioni degli omicidi si estendono oltre la polizia, investendo l’intera società”. Ha esortato il pubblico a continuare comunque a mostrare fiducia nelle forze di polizia, dicendo anche che chiederà alla Commissione per i reclami contro la polizia di procedere con la sua indagine indipendente sulla gestione del caso da parte delle forze dell’ordine.
“Abbiamo vissuto tutti giorni difficili a causa di questo caso senza precedenti. È umano “, ha detto ancora Nicolaou, leggendo la dichiarazione scritta dopo un incontro di due ore con il presidente cipriota, Nicos Anastasiades. “A livello personale e familiare siamo stati attaccati molto, ma non sulla questione se avrei presentato o meno le mie dimissioni. Si tratta, piuttosto, delle vittime innocenti, e delle loro famiglie che pagano il prezzo più pesante di questo atto criminale. La mia coscienza e i miei principi esigono le mie dimissioni”.
Due giorni fa, il capo del Partito Progressista dei Lavoratori (AKEL), Andros Kyprianou, aveva chiesto proprio le dimissioni del Capo della polizia e del ministro della Giustizia, parlando di «indifferenza senza precedenti dimostrata in questo caso, semplicemente perché le vittime non erano di origine cipriota ma venivano da paesi stranieri» (a quest’atteggiamento razzista, diffuso tra le stesse forze dell’ordine, ha fatto probabilmente riferimento, il 2 maggio, il ministro dimissionario, parlando di “Attitudini e percezioni” della società cipriota). E il direttore dell’organizzazione di sostegno ai migranti e ai rifugiati Kisa, Doros Polycarpou, ha spiegato ultimamente all’ agenzia Reuters che a Cipro esiste «sistema a due livelli, per cui alcuni non ciprioti non hanno gli stessi diritti degli altri cittadini». La polizia, comunque, si è difesa dalle accuse dicendo che sarà fatta un’indagine sul modo in cui è stato gestito il caso.
Il presidente Anastasiades ha detto di avere accettato le dimissioni di Nicolaou con “profondo rammarico”, perché avrebbe perso i servizi di uno dei suoi più stretti collaboratori: elogiando le sue capacità e il suo “ethos politico”. E ha ripetuto di condividere lo shock e la repulsione del pubblico per le uccisioni.
“Voglio assicurare quella che è la determinazione del governo a risolvere il caso di questi orrendi omicidi, e anche di queste azioni – od omissioni – riguardanti i rapporti sulle persone scomparse”, ha detto Anastasiades in una dichiarazione scritta.