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Brexit. Il Partito Laburista è ancora dubbioso sull’ipotesi di un secondo referendum

Brexit. Il Partito Laburista è ancora dubbioso sull’ipotesi di un secondo referendum

K metro 0 – Londra – Non è solo il Partito Conservatore britannico ad avere dei dubbi sull’approccio da adottare nei confronti della Brexit. Il Partito Laburista, infatti, non ha ancora deciso se appoggiare o meno un secondo referendum sull’uscita dall’Unione europea. Nel frattempo, è in corso la campagna elettorale per le prossime elezioni europee

K metro 0 – Londra – Non è solo il Partito Conservatore britannico ad avere dei dubbi sull’approccio da adottare nei confronti della Brexit. Il Partito Laburista, infatti, non ha ancora deciso se appoggiare o meno un secondo referendum sull’uscita dall’Unione europea. Nel frattempo, è in corso la campagna elettorale per le prossime elezioni europee di maggio, che si avvicinano a grandi passi.

L’esecutivo del partito di centrosinistra ha tenuto un incontro di circa cinque ore e ha deciso di tenersi in linea con la posizione mantenuta finora. In definitiva, fornirà il proprio supporto per un secondo referendum solo nel caso in cui non si possano ottenere alternative di accordo migliori. Quindi unicamente come estrema ratio. Il leader laburista, Jeremy Corbyn, da sempre critico nei confronti dell’Unione europea, crede che schierarsi a favore di un nuovo referendum potrebbe invertire la decisione di abbandonare il blocco e far perdere voti ai partiti nelle aree pro-Brexit del Paese. Molti membri del partito e alcuni legislatori vogliono che venga presa una posizione concreta contro la Brexit. Jess Phillips ha dichiarato che i laburisti potrebbero subire un brutto colpo nelle prossime elezioni se non riuscissero a portare dalla propria parte gli elettori che vogliono rimanere nell’Ue. Mike Gapes, che ha lasciato il Partito Laburista ad inizio anno per unirsi al partito europeista Change Uk, ha accusato il gruppo guidato da Corbyn di “spacciare menzogne” riguardo la possibilità di avanzare una proposta migliore dei conservatori. È stata una vera tortura osservare i laburisti mentre cercavano di rimediare alla serie di contraddizioni interne delle proprie politiche europee. È ormai chiaro che una larga parte del Partito Laburista non si opporrà alla Brexit”.

Le problematiche sono riemerse proprio in questi giorni, visto che il Regno Unito, con ogni probabilità, parteciperà alle elezioni per il Parlamento europeo che si terranno dal 23 al 26 maggio. Il giorno prescelto per gli elettori britannici è quello del 23 maggio. Il Regno Unito sarebbe già dovuto essere fuori dall’Unione europea, ma i legislatori del Paese hanno rigettato ripetutamente l’accordo proposto dalla prima ministra Theresa May. L’Ue ha rinviato l’ultima data utile al 31 ottobre, per ratificare l’accordo oppure per abbandonare il blocco senza averne in mano uno. Secondo le analisi condotte dagli esperti, una ‘no-deal’ Brexit potrebbe far piombare il Regno Unito in recessione, considerati gli effetti che i nuovi dazi sul commercio potrebbero portare. Dopo aver fallito nell’opera di convincimento dei parlamentari del suo stesso schieramento politico, Theresa May si è rivolta ad inizio mese ai laburisti. Sia il Partito Conservatore che quello Laburista hanno definito le negoziazioni come ‘costruttive, ma rimangono divisi sui legami economici da tenere con l’Unione europea all’indomani della Brexit. Il partito di Corbyn continua a sostenere che il Regno Unito debba mantenere un’unione doganale con il blocco per evitare di ostacolare i commerci. Il governo ha respinto più volte l’ipotesi, visto che accettare le norme tariffarie dell’Ue non permetterebbe al Paese di stringere accordi commerciali in giro per il mondo.

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