K metro 0 – Berlino – Ieri, a Berlino, si è svolto un vertice convocato da Angela Merkel ed Emmanuel Macron al quale hanno partecipato i capi di Stato e di governo di tutti i Paesi dei Balcani occidentali. La crisi del Kosovo e le prospettive di ripresa del dialogo fra Belgrado e Pristina sono state
K metro 0 – Berlino – Ieri, a Berlino, si è svolto un vertice convocato da Angela Merkel ed Emmanuel Macron al quale hanno partecipato i capi di Stato e di governo di tutti i Paesi dei Balcani occidentali. La crisi del Kosovo e le prospettive di ripresa del dialogo fra Belgrado e Pristina sono state oggetto dell’incontro. Alla riunione, che si è svolta nel pomeriggio, sono stati presenti, con la cancelliera e il presidente francese, i leader di Serbia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del nord, Bosnia-Erzegovina, Albania, Croazia e Slovenia. Ai lavori ha partecipato anche l’Alto rappresentante UE per la Politica estera e di sicurezza Federica Mogherini, nel ruolo di mediatore per il dialogo fra Belgrado e Pristina. Un dialogo che da mesi è fermo in un vicolo cieco, dopo che Pristina ha introdotto, nello scorso mese di novembre, dazi doganali maggiorati del 100% sull’import serbo e bosniaco. Questa decisione fu presa per rappresaglia contro quella che Pristina ha considerato una attività ostile di Belgrado nei confronti del Kosovo, il cui risultato è stato la mancata adesione di Pristina all’Interpol e la revoca del sì all’indipendenza del Kosovo da parte di 13 Paesi.
Parigi e Berlino sono consapevoli che la mancata soluzione del nodo del Kosovo si ripercuote sulla stabilità dell’intera regione dei Balcani occidentali e, incoraggiati dall’esito positivo della disputa fra Skopje e Atene, risoltasi dopo quasi trent’anni con l’accordo sul nuovo nome per il Paese ex jugoslavo, cercano di trovare i modi per riavviare il dialogo in vista di un accordo sulla normalizzazione dei rapporti fra Belgrado e Pristina. Le posizioni sono molto distanti. A più riprese il presidente serbo Aleksandar Vucic ha detto di non attendersi grandi risultati dal vertice del 29 aprile. Per Belgrado, il dialogo potrebbe riprendere solo dopo che Pristina avrà abolito i dazi anti-serbi. Il premier kosovaro Ramush Haradinaj, da parte sua, ha risposto che i dazi saranno eliminati solo quando la Serbia riconoscerà l’indipendenza del Kosovo.
La posizione del presidente kosovaro Hashim Thaci, che ha partecipato ieri alla riunione di Berlino, è stata meno drastica, e non ha escluso una abolizione dei dazi per favorire la ripresa del dialogo e non rovinare i rapporti del Kosovo con i principali alleati occidentali, Usa e Germania in primo luogo. Secondo i media, Thaci si sarebbe aspettato da Angela Merkel pressioni su Belgrado per convincere la Serbia a riconoscere il Kosovo. Al tempo stesso Thaci ha ribadito la richiesta di abolizione del regime dei visti per i cittadini kosovari in viaggio nei Paesi UE.
Due giorni prima, il vicedirettore della Cia, Vaughn Bishop, è stato in visita ufficiale non annunciata in Bosnia. A Sarajevo ha incontrato il direttore dei servizi di sicurezza bosniaci (Osa), Osman Mehmedbasic, e il ministro della sicurezza Dragan Mektic. In seguito, Bishop ha incontrato i dirigenti delle agenzie di polizia bosniache. A Sarajevo avrebbe incontrato anche il ministro della Sicurezza della Republika Srpska (Rs, entità a maggioranza serba di Bosnia), Dragan Lukac.
Secondo le indiscrezioni dei media i colloqui avrebbero riguardato, soprattutto, i possibili, scandalosi retroscena di vari, recenti omicidi rimasti irrisolti. Nel giorno dell’incontro, il traffico a Sarajevo è stato bloccato più volte per il passaggio della delegazione Usa, e per le strade c’è stata una maggiore presenza degli agenti di polizia. Questa è stata la seconda visita importante in Bosnia dei dirigenti della Cia: nel 2016 arrivò a Sarajevo l’allora direttore John O. Brennan che ebbe un incontro con Mohmmed basic. Non sappiamo, però, quanto questo incontro abbia potuto influire sul vertice di ieri a Berlino.
Per il presidente kosovaro Thaci, la riunione del 29 sera a Berlino sui Balcani occidentali, dedicata in larga parte alla questione del Kosovo e allo stallo nel dialogo con la Serbia, è stata estremamente difficile, e si è conclusa senza risultati concreti.
Parlando ai giornalisti al termine dei lavori, Thaci, citato dai media serbi, ha detto: “Tutti sono stati d’accordo nel ritenere che il conflitto congelato fra Belgrado e Pristina vada superato. L’unica opzione è il dialogo. La posizione del Kosovo è chiara, non vi possono essere condizioni per il dialogo”: Belgrado, nel vertice. ha ribadito come condizione per la ripresa del negoziato, l’abolizione dei dazi doganali maggiorati del 100% imposti da Pristina sull’import serbo e bosniaco.
Thaci ha quindi definito ‘idee morte’ quelle su eventuali scambi di territori fra Serbia e Kosovo e su una Comunità delle municipalità serbe in Kosovo dotata di poteri esecutivi. Tale Comunità è prevista dall’accordo concluso da Belgrado e Pristina nel 2013 a Bruxelles, ma che la parte kosovara, come accusa Belgrado, non ha mai messo in pratica. In precedenza, lo stesso Thaci, in un altro intervento, aveva scritto: “La riconciliazione nella regione non sarà possibile fino a quando Serbia e Bosnia-Erzegovina non riconosceranno l’indipendenza del Kosovo. Questa situazione negativa non si potrà superare con dichiarazioni e promesse astratte. I Paesi della regione devono prendere decisioni coraggiose, ma ciò non avverrà finché non vi saranno decisioni coraggiose e strategiche dell’Unione europea e dei Paesi membri. Né sarà possibile una riconciliazione fino a quando Serbia e Bosnia-Erzegovina non riconosceranno l’indipendenza del Kosovo”.
Secondo i media di Pristina, Thaci sarebbe rimasto deluso dal vertice di Berlino per la mancata liberalizzazione del regime dei visti per i cittadini kosovari in viaggio nella UE. Pristina infatti ritiene di aver soddisfatto tutti i criteri e le richieste di Bruxelles a questo riguardo.
Dunque, dopo il vertice, la situazione dei Balcani occidentali sarebbe rimasta immutata, perché i protagonisti non hanno fatto alcun passo per superare le problematiche esistenti.
di Salvatore Rondello