K metro 0 – Strasburgo – Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) venerdì scorso, ha sottolineato che le forze di polizia in Europa devono migliorare il modo in cui coloro sospettati di aver commesso reati vengono interrogati durante le indagini penali. Nel suo rapporto annuale,
K metro 0 – Strasburgo – Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) venerdì scorso, ha sottolineato che le forze di polizia in Europa devono migliorare il modo in cui coloro sospettati di aver commesso reati vengono interrogati durante le indagini penali.
Nel suo rapporto annuale, il CPT indica che, in alcuni paesi, gli interrogatori ad opera della polizia sono spesso condotti al fine di estorcere confessioni – con conseguente aumento del rischio di maltrattamenti – mentre dovrebbero avere l’obiettivo di ottenere informazioni accurate e attendibili sugli elementi oggetto dell’inchiesta.
Il Comitato rileva che, nella maggior parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa, la maggioranza delle persone private della libertà con cui le delegazioni del CPT hanno tenuto una conversazione non avevano subito alcuna forma di violenza da parte delle forze dell’ordine. Accoglie anche con favore importanti miglioramenti ottenuti in diversi paesi del continente in materia di prevenzione dei maltrattamenti per mano della polizia.
Tuttavia, il CPT sottolinea che i maltrattamenti inflitti durante gli interrogatori da parte dei membri delle forze dell’ordine restano un problema molto serio in un numero significativo di paesi. Negli ultimi dieci anni, il Comitato ha raccolto accuse di maltrattamenti ad opera di funzionari di polizia qualificabili come torture in quasi un terzo degli Stati membri del Consiglio d’Europa.