K metro 0 – Skopje – Sarà domenica 4 maggio, il giorno decisivo per l’elezione del nuovo Presidente della Macedonia del nord: nel primo turno, tenutosi il giorno di Pasqua, domenica 21 aprile, nessuno dei tre candidati, infatti, ha raggiunto la maggioranza del 51%, necessaria per vincere subito. Mentre piuttosto bassa (41,92%, molto inferiore al
K metro 0 – Skopje – Sarà domenica 4 maggio, il giorno decisivo per l’elezione del nuovo Presidente della Macedonia del nord: nel primo turno, tenutosi il giorno di Pasqua, domenica 21 aprile, nessuno dei tre candidati, infatti, ha raggiunto la maggioranza del 51%, necessaria per vincere subito. Mentre piuttosto bassa (41,92%, molto inferiore al 48,86 delle ultime presidenziali del 2014: e in assoluto, il tasso più basso dall’ indipendenza dall’ ex-Jugoslavia nel 1991) è stata l’affluenza alle urne. Del resto, nel molto più decisivo referendum dell’autunno 2018, centrato sul cambiamento del nome del Paese (in Repubblica della Macedonia del Nord, secondo l’accordo con la Grecia del giugno precedente), la percentuale era stata appena del 36,87%.
In testa. comunque, col 42,7% dei consensi, è il candidato governativo Stevo Pendarovski, appoggiato dalla coalizione governativa fra socialdemocratici e partito Du, rappresentativo della minoranza albanese; lo tallona molto da vicino la leader dell’opposizione conservatrice Gordana Siljanovska-Davkova (appoggiata dal partito Vmro-Dopme,col 42,58), mentre il terzo candidato, il 59nne Blerim Reka, esponente della minoranza albanese (tra il 20 e il 25% dei 2,1 milioni di abitanti), ha ottenuto un po’ meno dell’ 11%.
Il trend che emerge dal comportamento elettorale dei macedoni, comunque, indica un forte scetticismo, una scarsità di fiducia – un po’ sul modello di vari Paesi occidentali – in tutta quella che è la classe politica nazionale. Mentre, alla base dell’indubbio successo della candidata di opposizione, non è da escludere – pur nella diversità delle due situazioni – un “effetto Ucraina” (lo stesso giorno, il 21 aprile, a Kiev il leader dell’opposizione, Zelenskij, con un programma a metà tra conservatorismo e progressismo, trionfava nel secondo turno delle presidenziali). Ora, a Skopie sarà più facile, per uno dei due candidati, vincere il 4-5 maggio, con un quorum ridotto (la Costituzione, infatti, al secondo turno richiede il solo 40%): a questo punto, è evidente che sarà proprio Reka, candidato della minoranza albanese, l’ago della bilancia.
Le elezioni (le prime dopo l’entrata in vigore dell’accordo con la Grecia sul nome del Paese), monitorate da osservatori dell’Ocse e di organizzazioni locali, si sono svolte regolarmente, senza incidenti. Va detto, però, che il Presidente, in una repubblica come questa della Macedonia del nord, d’impianto fortemente parlamentare, ha poteri pressoché onorifici: il vero potere si concentra nelle mani del Presidente del Governo, attualmente Zoran Zaev, protagonista della trattativa con la Grecia del 2017- ’18. Che, prossimamente, dovrà riprendere il difficile cammino dell’entrata del Paese nell’ Unione Europea (prevista per il 2025) e nella NATO.
di Fabrizio Federici