K metro 0 – Pechino – Nonostante il protezionismo degli Usa, la Cina ha registrato nel primo trimestre del 2019 un rialzo del Pil pari al 6,4% annuo, meglio del 6,3% atteso dagli analisti e in linea col 6,4% del periodo ottobre-dicembre 2018. In base ai dati dell’Ufficio nazionale di statistica, il rialzo su base
K metro 0 – Pechino – Nonostante il protezionismo degli Usa, la Cina ha registrato nel primo trimestre del 2019 un rialzo del Pil pari al 6,4% annuo, meglio del 6,3% atteso dagli analisti e in linea col 6,4% del periodo ottobre-dicembre 2018. In base ai dati dell’Ufficio nazionale di statistica, il rialzo su base trimestrale è dell’1,4% (centrando le previsioni della vigilia) e in leggera flessione sull’1,5% segnato nei tre mesi precedenti.
I dati diffusi ieri hanno mostrato che l’economia cinese, malgrado lo scontro commerciale con gli Usa, si conferma resistente grazie anche alle politiche di sostegno del governo che, secondo l’Ufficio nazionale di statistica, stanno cominciando a mostrare i loro effetti.
La crescita del 6,4% si tiene sotto la media del 6,6% dell’intero 2018, che è il peggior trend degli ultimi 28 anni, ma diversi segnali positivi sono maturati in diversi settori, anche se permangono i fattori al ribasso dovuti all’ambiente esterno.
La crescita economica della Cina potrebbe riflettere un attenuarsi dei timori che circondano la disputa commerciale con gli Usa e l’effetto delle misure di stimolo adottate dalle autorità cinesi. La pubblicazione dell’ultima serie di dati reali in Cina ha dipinto un quadro migliore delle attese sulla situazione economica del paese. Fra gli investitori cresceva la preoccupazione che il rallentamento della crescita nella seconda maggiore economia al mondo avrebbe avuto un forte impatto a livello mondiale. Inoltre, ci si aspettava che la guerra commerciale scatenata da Donald Trump più di un anno fa avrebbe peggiorato la situazione. Invece i dati sembrano suggerire che, dopo un inizio d’anno turbolento, il peggio sia passato. A marzo le vendite al dettaglio sono salite all’8,7%, a fronte del previsto 8,4% e dell’8,2% di dicembre (non ci sono dati riferiti a gennaio e febbraio per le vacanze del Capodanno cinese). La produzione industriale ha riservato la sorpresa maggiore, balzando dell’8,5% a/a il mese scorso, mentre i partecipanti al mercato avevano previsto un aumento del 5,9%.
Nel complesso, non crediamo che queste cifre notevoli indichino che l’economia cinese è fuori dai guai. Nella migliore delle ipotesi, suggeriscono un ritmo più lento del rallentamento. La mancata reazione sia sul Forex, sia sul mercato azionario, indica che non c’è molto da festeggiare: lo yuan si è apprezzato leggermente contro il dollaro e la coppia USD/CNY è scivolata dello 0,30%, a 6,69, mentre l’indice CSI 300 ha guadagnato un marginale 0,04%.
Dunque, si potrebbe pensare ad un duro colpo all’amministrazione USA, che da mesi sostiene che la guerra commerciale sta danneggiando gravemente la Cina. Non crediamo che questi dati rappresentino una svolta, ma potrebbero sicuramente indebolire la posizione dei negoziatori USA.
di Salvatore Rondello