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Londra, il Parlamento discute sulla “bonifica” della Rete dai contenuti pericolosi per la società

Londra, il Parlamento discute sulla “bonifica” della Rete dai contenuti pericolosi per la società

K metro 0 – Londra – Non solo il groviglio della Brexit e la crescente ondata di violenza criminale (più di 40 accoltellamenti nelle ultime settimane in tutto il Paese, di cui una ventina solo a Londra) polarizzano, in questi giorni, l’impegno dei parlamentari britannici.  Westminster, infatti, come riferisce l’ AP,  proprio lunedì 8 aprile ha

K metro 0 – Londra – Non solo il groviglio della Brexit e la crescente ondata di violenza criminale (più di 40 accoltellamenti nelle ultime settimane in tutto il Paese, di cui una ventina solo a Londra) polarizzano, in questi giorni, l’impegno dei parlamentari britannici.  Westminster, infatti, come riferisce l’ AP,  proprio lunedì 8 aprile ha iniziato a discutere un progetto di legge per regolamentare in modo più stretto l’immissione di materiale in Rete: con l’obbligo, per i giganti dei social media (Google, Facebook, Twitter, ecc…), di vigilare contro l’introduzione, da parte degli utenti, di contenuti pericolosi per la società (come propaganda del terrorismo o immagini di abusi su minori), pena consistenti multe per quei loro dirigenti che non riescano a prevenire questi fenomeni.

La nuova normativa verrebbe a creare un preciso “dovere di attenzione” per le grandi compagnie dei social media, per proteggere il pubblico più giovane: sul cui rispetto vigilerà una sorta di “Regolatore-garante”, da scegliere mediante un’attenta selezione fra i tanti profili professionali di esperti in web, forniti anche della necessaria preparazione giuridica, reperibili in Internet.

“Nessuno al mondo l’ha mai fatto prima, ed è importante che lo facciamo noi in modo giusto”, ha detto alla BBC, con evidente soddisfazione, il Segretario di Stato britannico ai Mass-media, Jeremy Wright.”Ed io non chiedo certo scusa perché porteremo avanti queste proposte (da alcuni subito giudicate lesive delle libertà di manifestazione del pensiero, N.d.R:), proposte che riteniamo la giusta via per affrontare questo problema; anche se ascolteremo bene cosa avrà da dire la gente su tutta la materia”. Una consultazione di almeno 12 settimane, infatti, sarà svolta tra i cittadini del Regno Unito prima della pubblicazione del progetto di legge.

Le misure allo studio del Governo britannico si inquadrano pienamente, in senso lato, nella politica generale di controllo sui modi di manifestazione del pensiero e di espressione della creatività, intellettuale e artistica, che da sempre – nel rispetto, al tempo stesso, delle libertà essenziali del cittadino – caratterizzano i governi europei. Mentre anche la politica sovranazionale della UE, dalla convocazione all’ Europarlamento del “Patron” di Facebook, Zuckerberg (2018), alla recentissima creazione della “task force” comunitaria contro le “fake news”, si sta occupando parecchio di questi temi. Mentre gli USA ( dove la libertà di parola e manifestazione del pensiero è venerata sino all’eccesso), anche in questo campo, preferiscono affidare tutto al libero gioco degli attori di mercato, i governi dei Paesi UE scelgono di intervenire direttamente nella Rete, nella consapevolezza che la libera navigazione degli utenti  non può servire, però, ad incrementare l’odio su base etnica, sociale o religiosa.

Su questa linea è stato l’intervento, al Parlamento britannico, anche del Segretario di Stato agli Affari interni, Sajid Javid: che ha criticato i big dell’informatica e dell’hi-tech per aver sostanzialmente fallito nella lotta per “bonìficare” la Rete dai contenuti dannosi. “Ecco perché stiamo premendo su questi big dell’informatica, perchè ripuliscano la loro attività una volta per tutte”.

La responsabile Facebook USA di politica pubblica, Rebecca Stimson, intervenendo sul tema, ha sottolineato che l’obbiettivo delle nuove norme dovrà essere proteggere la società e, al tempo stesso, sostenere l’innovazione tecnologica e la libertà di parola. “Queste sono scelte complesse, e stiamo lavorando, nel Governo e nel rapporto col Parlamento, per assicurare che siano effettivamente operative al più presto”, ha detto ancora il Segretario britannico ai Mass-media, Wright: precisando nuovamente che il futuro Garante del settore dovrà però tener sempre conto della libertà di parola, “pietra miliare” dell’ordinamento costituzionale britannico.

“Ciò che stiamo dicendo”, ha sottolineato Wright, ” è che bisogna controllare ciò che la gente e i social media immettono in Rete, nell’interesse di tutta la società: ma questo non coarta minimamente la libertà di parola, né il giornalismo. Nella rete ci sono, purtroppo, degli spazi oscuri, che dobbiamo senz’altro controllare, affinché tutti i cittadini siano più sicuri”.

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