K metro 0 – Madrid – L’estensione a otto settimane del congedo parentale per i padri è entrata in vigore lo scorso primo aprile e avrà efficacia per tutti I nuovi nati da quella data, come previsto dal regio Decreto-legge sulle misure urgenti per garantire parità di trattamento e opportunità sui posti di lavoro, di
K metro 0 – Madrid – L’estensione a otto settimane del congedo parentale per i padri è entrata in vigore lo scorso primo aprile e avrà efficacia per tutti I nuovi nati da quella data, come previsto dal regio Decreto-legge sulle misure urgenti per garantire parità di trattamento e opportunità sui posti di lavoro, di recente approvato dal governo. In tal modo, i genitori i genitori che non siano madri biologiche potranno godere di un congedo si otto settimane, in confronto alle cinque settimane cui avevano diritto dall’estate del 2018. Le prime due settimane di congedo dovranno essere godute senza interruzioni dopo la nascita. Le restanti sei settimane possono essere interrotte oppure godute dalla fine dell’obbligo a quando il bimbo non abbia compiuto i dodici mesi. Questa possibilità, retribuita al 100%, non sarà trasferibile, e se il padre non potesse godere del congedo parentale non potrebbe trasferirlo alla madre.
In virtù dell’Analisi dell’impatto normativo del regio decreto-legge, l’estensione del congedo a otto settimane nel 2019 prevede un aumento di 226 milioni di euro di spesa pubblica, mentre sulle aziende il costo peserà per circa 53 milioni. Il congedo parentale per i padri si espanderà in modo progressivo: sarà esteso a otto mesi nel 2019; a dodici nel 2020 e a 16 mesi nel 2021, pareggiando la durata del congedo per le madri. Non appena la parificazione sarà raggiunta, i primi sei mesi dopo la nascita saranno obbligatori e ininterrotti, mentre le restanti dieci settimane verranno distribuite fino a quando il figlio non avrà raggiunto un anno di età.
La comparazione con altri Paesi Ue
L’estensione del congedo per il 2020 prevede un costo aggiuntivo di 705 milioni di euro l’anno per lo Stato e di 166 per le aziende private. Questa cifra aumenterà fino a un miliardo e 107 milioni nel Bilancio generale dello Stato per il 2021 e di 261 milioni per le aziende, già a partire dal congedo a sedici mesi. In questo contesto è necessario comparare la situazione della Spagna con il resto dei paesi dell’Unione Europea, poiché, nonostante l’opinione popolare, non è uno dei Paesi con più basso congedo parentale per i padri. In Austria esiste un congedo che consente a uno dei genitori (mai ad entrambi nello stesso tempo) di prendersi cura dei figli fino all’età di due anni. In questo caso, non è consueto che il congedo venga richiesto dai padri, ma soprattutto dalle madri. Difatti, secondo l’ultima Eurobarometro, l’83% delle donne austriache ha optato per il congedo parentale. D’altra parte, nei Paesi nordici sia i padri che le madri godono d lunghi congedi parentali. In Finlandia, ai padri è concesso un periodo di 54 giorni in totale, con due settimane alla nascita. A più giorni hanno diritto i genitori in Svezia, con 240 giorni per genitori (circa 8 mesi). Dal 2016, ciascun genitore ha diritto a tre mesi minimo di congedo obbligatorio mentre il periodo restante può essere trasferito. Fino a quando il figlio non abbia raggiunto un anno di età, entrambi i genitori hanno diritto a 30 giorni retribuiti per la cura.
Il caso dell’Olanda è distante dai Paesi nordici e dalla Spagna. La madre è obbligata a congedarsi tra le sei e la quattro settimane prima della nascita, e tra le dieci e le dodici settimane dopo la nascita. Il padre può solo optare per due giorni retribuiti dall’azienda in cui lavorano. Può anche chiedere altri tre giorni aggiuntivi ma che non vengono retribuiti.
Tra i Paesi del Mediterraneo la Spagna è quello meglio posizionato, grazie alle recenti misure. In Italia, il padre ha quattro giorni retribuiti e può averne altri tre se la madre glieli trasferisce. In Grecia, ha diritto due soli giorni retribuiti. In Portogallo, 15 giorni retribuiti sono obbligatori, cinque dei quali devono essere presi dopo la nascita del figlio. Il resto può essere distribuito durante il primo mese di vita.
di Pilar Rivas Valiente