K metro 0 – Roma – Mentre in Europa continua l’eco della visita in Italia, Francia e Principato di Monaco del presidente cinese Xi Jinping, che ha visto, tra l’altro, la firma di accordi commerciali con l’Italia per alcuni miliardi, acquisti di airbus dalla Francia e il passaggio al livello 5G cinese del Principato, nello stretto
K metro 0 – Roma – Mentre in Europa continua l’eco della visita in Italia, Francia e Principato di Monaco del presidente cinese Xi Jinping, che ha visto, tra l’altro, la firma di accordi commerciali con l’Italia per alcuni miliardi, acquisti di airbus dalla Francia e il passaggio al livello 5G cinese del Principato, nello stretto di Taiwan continua la tensione tra Pechino, e Taipei, e una situazione analoga si è creta tra Pechino e Tokyo.
Lo scorso 31 marzo, non senza stupore da parte dei politologi, due aerei da caccia cinesi (molto probabilmente due J-11) hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, e quindi, secondo il Ministero della Difesa Taiwanese, hanno violato lo spazio aereo dell’isola nella sua area sudoccidentale.
I caccia cinesi sono entrati nello spazio aereo di Taiwan alle 11 di mattina e si sono ritirati dopo che è stato emesso un avvertimento radio e Taipei ha fatto decollare i suoi caccia intercettori.
Sembra che la presidente di Taiwan, Tsai, abbia ordinato di usare pugno di ferro contro gli aerei di Pechino, la prossima volta che dovessero attraversare la “linea mediana” che separa l’isola dalla” mainland” cinese.
La decisa risposta della Tsai ha confermato le preoccupazioni e fatto capire che l’azione ha aperto un nuovo fattore di attrito nelle relazioni sempre più complesse tra Stati Uniti, Taiwan e Cina.
Se confermata come atto intenzionale, l’incursione cinese sarebbe la prima del suo genere da diversi anni, ha detto Bonnie Glaser, direttrice del China Power Project al centro del Centro per gli studi strategici e internazionali. “Gli aerei cinesi hanno volato attraverso la linea centrale frequentemente nel 1999”, ha detto Glaser. “Da allora, ci sono state occasioni in cui caccia della Repubblica Popolare, hanno volato verso la linea centrale per poi virare, non la avevano attraversata da molto tempo”. Ha inoltre riferito che c’è stato un caso nel 2011, quando gli aerei cinesi hanno oltrepassato casualmente la linea. Alle 11 del 31 marzo scorso, 2 aerei J-11 avrebbero quindi violato l’accordo tacito da lungo tempo in essere. “È stata un’azione intenzionale, spericolata e provocatoria”. Taipei ha quindi informato i partner regionali e condannato Pechino per questo comportamento.
Negli ultimi 12 mesi l’esercito cinese ha incrementato il numero di esercitazioni condotte intorno a Taiwan, inclusa la navigazione della portaerei Liaoning attraverso lo Stretto. Per risposta, mercoledì, la presidente Tsai ha dichiarato che il suo governo ha presentato una richiesta di acquisto di nuovi caccia F-16 e di carri armati pesanti M1 agli Stati Uniti, mezzi di combattimento che a suo parere, “migliorerebbero notevolmente” le capacità difensive dell’isola”.
Negli stessi giorni e precisamente il 30 marzo, la Forza di Autodifesa giapponese ha annunciato di aver fatto alzare in volo aerei intercettori perché velivoli cinesi stavano sorvolando lo spazio di mare tra le isole giapponesi di Okinawa e Miyako. Le Forze di Autodifesa del Giappone hanno comunicato che una formazione dell’aviazione cinese, composta di quattro bombardieri Xian H-6K a lungo raggio, un aereo elettronico di contromisure Shaanxi Y-8, un aereo elettronico Tupolev Tu-154 MD e almeno due aerei da caccia ha attraverso lo spazio aereo internazionale tra le due isole giapponesi.
Non è la prima volta che la Cina effettua dei sorvoli militari sullo Stretto di Miyako, nel marzo 2018 ha condotto esercitazioni con bombardieri e aerei da combattimento nella stessa zona. Tutto questo è un chiaro segnale che Pechino tende a manifestare l’intenzione di giocare un ruolo militare egemone nell’area a scapito di Tokio.
Il governo cinese deve ancora rispondere alle accuse formulate dal Giappone e da Taiwan, ma in una conferenza stampa lo scorso giovedì, il portavoce del Ministero della Difesa Wu Qian ha detto che: le potenziali vendite di armi americane a Taiwan sono giudicate “pericolose.
In conclusione, mentre Pechino s’impegna per migliorare la logistica e le attività commerciali sulla nuova Via della Seta verso l’Europa anche con azioni di “soft power”, continua ad implementare lo “sharp power” e a fare operazioni di deterrenza militare nei confronti dell’isola di Taiwan e del Giappone.
Probabilmente nei prossimi incontri ad alto livello, i rappresentanti europei dovranno chiedere conto a Xi Jinping, oltre che del rispetto dei diritti umani nel suo Paese, anche di quest’approccio militare non proprio distensivo.
di Generale Giuseppe Morabito