K metro 0 – Tunisi – Si sono svolti a Tunisi gli incontri dei ministri degli Esteri dei Paesi arabi per il trentesimo vertice arabo riunitosi ieri nella capitale tunisina. I macro-temi sul tavolo sono stati la questione del riconoscimento del presidente americano Donald Trump della sovranità di Israele sul Golan siriano, occupato nel 1966,
K metro 0 – Tunisi – Si sono svolti a Tunisi gli incontri dei ministri degli Esteri dei Paesi arabi per il trentesimo vertice arabo riunitosi ieri nella capitale tunisina.
I macro-temi sul tavolo sono stati la questione del riconoscimento del presidente americano Donald Trump della sovranità di Israele sul Golan siriano, occupato nel 1966, poi si è discusso della grave situazione di Gaza e del rientro nella Lega Araba della Siria, dopo che era stata espulsa nel 2011 a seguito degli scontri e delle proteste di piazza.
Tunisian President Beji Caid Essebsi (C) chairs a session of the 30th Arab League summit in the Tunisian capital Tunis on March 31, 2019. (Photo by FETHI BELAID / POOL / AFP)Altro tema cardine è stato il dossier libico e il dialogo fra le parti politiche ed i diversi componenti del popolo libico, specie dopo l’incontro del re saudita Salman ibn Abdulaziz e il generale libico Khalifa Haftar lo scorso mercoledì nella capitale saudita.
A Tunisi, alla 30ma sessione del Summit della Lega Araba sono stati ventuno i paesi partecipanti con 6000 delegati in tutto. Tra gli altri punti all’ordine del giorno le grandi sfide della regione, ovvero il terrorismo internazionale, la questione palestinese, la creazione di un fondo di sostegno per la Palestina e la disputa Arabia Saudita-Iran. Tra i presenti il Re Salman dell’Arabia Saudita, il principe ereditario del Qatar, l’Emiro del Kuwait, il presidente iracheno e quello palestinese. Tra gli assenti re Mohamed VI del Marocco (impegnato per la visita in Marocco di Sua Santità Francesco), il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, l’egiziano Abd al-Fattah al-Sisi. Per la Libia è presente solo il premier del governo di unità nazionale, Fayez Al Sarraj.
Nel contesto del 30mo summit ordinario degli Stati della Lega Araba, si è svolto, in un albergo della capitale tunisina, il vertice tra Unione Europea, Unione Africana, Lega Araba e Nazioni Unite rappresentate dai loro massimi esponenti: la vicepresidente Federica Mogherini (Unione Europea), il presidente Moussa Faki (Unione Africana), il segretario generale Ahmed Aboul-Gheit (Lega Araba), il segretario generale Onu, Antonio Guterres, ed il suo inviato Ghassan Salamé.
Federica Mogherini ha sottolineato: “Il quartetto giunge in un momento particolare, poche settimane prima della conferenza nazionale in cui i partiti e gli interlocutori libici troveranno un posto, uno spazio per definire la propria strada per il processo politico. L’Unione europea ha sostenuto i libici in diversi campi, dall’economia alla sicurezza dell’unione e continueremo a farlo. Vogliamo farlo in pieno coordinamento con i nostri partner, la Lega degli Stati arabi, l’Unione Africana e sotto la guida delle Nazioni Unite, a sostegno di un’unica tabella di marcia. Poiché il valore aggiunto di questo esercizio, che oggi abbiamo deciso di intensificare, è proprio quello di riunire gli attori internazionali e regionali per aiutare e sostenere i libici in modo che possano riunirsi in un ambiente difficile, ma non impossibile”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato ai giornalisti presenti: “Le quattro organizzazioni sono oggi ancora più unite nel supportare il processo politico guidato dai libici, affinché loro stessi risolvano i problemi della Libia”.
A tal proposito Ghassan Salamè ha detto: “La maggior parte dei libici continua ad esprimere il desiderio di scegliere i propri rappresentanti attraverso il voto, e saranno loro stessi a stabilire tempi e modi del momento elettorale. La conferenza nazionale, che verrà ospitata a Gadames dal 14 al 16 aprile, rappresenta una grande opportunità per costruire uno Stato unito, civile, capace e giusto”.
L’Unione Africana e l’Unione degli Stati arabi hanno espresso il loro forte supporto all’action plan delle Nazioni Unite e sono pronte a facilitare il dialogo tra le parti affinché la Libia trovi al più presto la sua stabilità, di fondamentale importanza per l’intera area e per i partner europei. Sul tavolo delle discussioni, oltre alle raccomandazioni per la Conferenza, la questione delle milizie nella capitale Tripoli, l’unificazione delle istituzioni ed in particolare dell’esercito nazionale libico.
Il portavoce del 30mo summit ordinario della Lega degli Stati Arabi, l’ambasciatore Mahmoud al-Khumairi, durante la conferenza stampa della prima giornata degli incontri preparatori nella capitale tunisina, ha rivelato che il quartetto composto dall’Unione Africana, Nazioni Unite, Lega Araba ed Unione Europea, si sarebbe riunito in un vertice separato per discutere della complessa situazione libica. L’incontro è stato richiesto dai tre paesi confinanti, Tunisia, Algeria ed Egitto, i primi a risentire della prolungata instabilità nell’ex Jammahiria di Muammar Gheddafi. L’ambasciatore al-Khumairi ha confermato che il vertice di Tunisi avrebbe riesaminato la questione palestinese, in particolare i capi di stato e di governo avrebbero dovuto stabilire nella riunione del 30 e 31 marzo l’introduzione di un nuovo strumento a sostegno del popolo palestinese, il fondo per l’emancipazione economica”.
Oltre alla Libia e al conflitto israeliano-palestinese, tra i principali punti in agenda nel vertice arabo c’è stata la questione siriana e quella yemenita. Queste due sembrano essere i due punti più spinosi, sebbene il portavoce abbia ribadito la volontà di trovare una linea condivisa che possa smussare le differenze sottolineando che si tratterebbe di due questioni strategiche geopolitiche che esulano dai confini dell’organizzazione. I delegati permanenti, si sono poi riuniti a Berges du Lac per decidere invece sulla proposta presentata dall’Arabia Saudita di fondere il ramo politico e per lo sviluppo della Lega Araba, dopo l’approvazione del Consiglio economico e sociale. In questo contesto, va ricordato che l’Arabia Saudita e il Qatar si sono espresse contro il ritorno della Siria nell’organizzazione, mentre Libano, Algeria, Iraq, Tunisia, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Oman e Bahrein si sono già pronunciate favorevolmente.
I paesi arabi riuniti a Tunisi, non hanno raggiunto il loro obiettivo di unità, l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim Ben Hamad Al-Thani, nel mezzo di una disputa diplomatica con l’Arabia Saudita, lasciando prematuramente la riunione senza una spiegazione ufficiale.
Il ricco emirato del gas è stato al centro di un conflitto diplomatico dal giugno 2017, che lo contrappone a diversi altri paesi arabi, tra cui l’Arabia Saudita.
Il segretario generale della Lega, Ahmed Aboul Gheit, nel suo intervento ha attaccato Turchia e Iran lamentando: “L’ingerenza di questi vicini hanno intensificato le crisi e creato nuovi problemi”.
Non si può essere in grado di dire se esiste un nesso tra la partenza dell’Emiro e le osservazioni che ha fatto, il sig. Aboul Gheit.
Il Qatar, nel giugno 2017, ha subito un blocco economico e diplomatico di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto, che hanno reciso ogni legame con l’emirato. Nessun tentativo di riconciliazione è stato fatto finora. A dicembre, l’emiro del Qatar è stato invitato al summit del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) a Riyadh, ma non è venuto. D’altra parte, ha fatto il viaggio al precedente summit del GCC a dicembre 2017 in Kuwait, ma il re saudita ha quindi evitato l’incontro.
Secondo l’Arabia Saudita, potenza di religione sunnita, il Qatar non prende una distanza sufficiente dall’Iran, sciita, e sosterrebbe gruppi islamici radicali. Il Qatar ha sempre negato queste accuse.
Il dialogo sulle problematiche esistenti è continuato, ma le soluzioni sono ancora lontane.
di Salvatore Rondello