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Madrid. Mandati di cattura internazionali contro gli autori del blitz nell’ambasciata nordcoreana

Madrid. Mandati di cattura internazionali contro gli autori del blitz nell’ambasciata nordcoreana

K metro 0 – Madrid – La magistratura spagnola ha emesso 2 mandati di cattura internazionali, nei confronti di 2 membri di un sedicente “Gruppo per i Diritti umani” che a fine febbraio scorso ha lanciato un misterioso attacco all’ Ambasciata nordcoreana a Madrid, con la probabile intenzione di cedere il materiale raccolto – in

K metro 0 – Madrid – La magistratura spagnola ha emesso 2 mandati di cattura internazionali, nei confronti di 2 membri di un sedicente “Gruppo per i Diritti umani” che a fine febbraio scorso ha lanciato un misterioso attacco all’ Ambasciata nordcoreana a Madrid, con la probabile intenzione di cedere il materiale raccolto – in termini soprattutto di documenti cartacei, video e file informatici – all’ FBI americano.

Potrebbe sembrare una scardinata “Spy story” uscita dalla fantasia di un romanziere specializzato: se non fosse, stata confermata soprattutto dall’ordinanza emessa, martedì 26 marzo, dal giudice della Corte Nazionale spagnola Jose de la Mata: Che – riferisce l’ Associated Press – al termine di un’indagine durata settimane ha trovato tracce evidenti di reati vari (tra cui danni materiali, furto con scasso, sequestro di persona e minacce nei confronti di vari dipendenti dell’ Ambasciata, e contravvenzioni varie) commessi da un’organizzazione criminale all’interno dell’ Ambasciata stessa, in un sobborgo settentrionale della capitale spagnola. Sono stati identificati, tra i primi sospettati, un cittadino messicano, uno statunitense ed uno sudcoreano.

Il giudice de la Mata ha citato un certo Adrian Hong Chang, cittadino messicano residente negli USA, come possibile leader del gruppo: che il 22 febbraio scorso è fuggito dopo aver trafugato diversi pc e documenti dell’Ambasciata. Il tutto dopo aver messo in ceppi e imbavagliato diversi suoi dipendenti: tra cui So Yun Sok, addetto affari dell’Ambasciata, ed unico diplomatico presente al momento: che i terroristi, definitisi membri di un’associazione, o movimento, per i diritti umani e la liberazione della Corea del Nord, avrebbero inutilmente tentato di convincere ad unirsi a loro.

Secondo un ufficiale statunitense che – riferisce sempre AP – avrebbe rivelato dettagli importanti dell’incidente in cambio di mantenere l’anonimato, il gruppo in realtà sarebbe meglio noto come “Cheolima Difesa Civile”. Sempre il Tribunale spagnolo ha appurato che Hong Chang volò il 23 febbraio, all’indomani dell’incursione, negli USA: dove avrebbe contattato l’FBI, offrendo la cessione del materiale trafugato nell’ Ambasciata: gli inquirenti spagnoli non han però precisato i contenuti esatti di questo materiale, né se l’FBI abbia accettato. L’ FBI, in una riunione, non ha confermato né smentito di stare conducendo indagini: aggiungendo, però, di “mantenere strette relazioni di lavoro con i colleghi spagnoli tutori della legge”. Un portavoce della polizia spagnola non ha autorizzato di essere nominato sui media, ha confermato all’Associated Press, che i mandati di cattura emessi dalla magistratura spagnola riguardano proprio Hong Chang e un altro sospettato. Intanto, So Yun Sok, l’unico diplomatico nordcoreano presente nell’ Ambasciata il 22 febbraio, si rifiuta di rispondere alle domande della stampa, mentre nulla dice di sapere, del fatto, l’ambasciata a Madrid della Corea del Sud (interessata alla vicenda data la presenza, tra gli assalitori del 22 febbraio, di Woo Ram Lee, cittadino sudcoreano).

Di tutto l’episodio, comunque, alcuni giorni fa, prima dell’emissione dei mandati di cattura internazionali, contro i due sospettati, si era già occupato l’autorevole quotidiano madrileno “El Pais”. Secondo il quale, almeno 2 dei membri del misterioso commando sarebbero legati alla CIA. L’ipotesi fatta da “El Paìs” è che gli agenti, spacciatisi per attivisti del sedicente gruppo per i diritti umani, cercassero soprattutto informazioni su Kim Hyok Chol, l’ambasciatore della Corea del Nord in Spagna che era stato espulso nel settembre 2017 come ritorsione per l’ultima ondata di test nucleari decisa, all’epoca, da Pyongyang. Il diplomatico, successivamente, ha svolto un ruolo importante nella preparazione del vertice Kim-Trump del 2018 ad Hanoi. Una posizione, quest’ultima, che gli avrebbe fatto giocare, dietro le quinte, un ruolo essenziale anche nel nuovo summit sul nucleare USA-Nord Corea di fine febbraio in Vietnam: svoltosi, peraltro senza successo, proprio pochi giorni dopo l’incursione nella sede diplomatica di Madrid.

Mentre la CIA, com’era prevedibile, ha smentito qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, se le rivelazioni e le ipotesi di AP e di “El Pais” – riprese, negli ultimi giorni, anche dalla stampa italiana- troveranno conferma, potrà sorgere una serie di conseguenze a catena nei rapporti tra Washington, Madrid e Pyongyang, in una fase più che delicata degli equilibri internazionali in Estremo Oriente.

di Fabrizio Federici

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