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Studio sui flussi migratori rivela che anche gli uomini subiscono violenze sessuali da parte dei trafficanti

Studio sui flussi migratori rivela che anche gli uomini subiscono violenze sessuali da parte dei trafficanti

K metro 0 – Parigi – Una tragica realtà è stata dagli studi condotti sui flussi di migranti. La maggior parte di essi, nel loro tragitto verso l’Europa, subiscono violenze sessuali. In particolare, in Libia, dove il numero degli uomini che subiscono violenze è vicino a quello delle donne. Lo studio è stato condotto per

K metro 0 – Parigi – Una tragica realtà è stata dagli studi condotti sui flussi di migranti. La maggior parte di essi, nel loro tragitto verso l’Europa, subiscono violenze sessuali. In particolare, in Libia, dove il numero degli uomini che subiscono violenze è vicino a quello delle donne. Lo studio è stato condotto per mezzo di interviste ai migranti stessi e ai volontari e portato avanti dalla Women’s Refugee Commission. Nel corso della settimana l’Europa ha posto fine ai soccorsi in mare e convogliato i propri sforzi riguardanti la politica delle migrazioni sulla guardia costiera libica. Quest’ultima, con i fondi europei, soccorrerà i migranti in mare e li ricondurrà nei centri di stallo gestiti dal governo della Libia. Ma è qui che i migranti vengono nuovamente abusati.

I trafficanti torturano i migranti e li riprendono per poter chiedere un riscatto alle famiglie e per assottigliare il numero di persone presenti in queste prigioni ufficiose. Studi precedenti avevano rivelato che quasi tutte le donne provenienti dal nord Africa vengono violentate o molestate nel tragitto. Le ultime indagini hanno rivelato che questa tragica situazione riguarda anche gli uomini. Le storie parlano di stupri, incesti e abuso sessuale di massa con lo scopo di umiliare i detenuti, che devono decidere, dopo essere stati denudati, se diventare stupratori essi stessi oppure vittime. L’area di Bani Walid è la più conosciuta per quanto riguarda le prigioni clandestine: qui i migranti sono tenuti in magazzini in cui non filtra la luce del sole, per mesi e anni. Nel mentre, vengono estorti dai trafficanti con la speranza di continuare il proprio viaggio verso l’Europa.

Lo scenario attuale prevede una detenzione in prigioni ufficiali, è la nuova strategia politica europea che ha messo fine ai salvataggi in mare, con l’obiettivo di rallentare i traffici. L’Ue ha investito circa 338 milioni di Euro in Libia dal 2014 per arginare il flusso migratorio, la maggior parte dei fondi è servita a rafforzare la guardia costiera e i centri di detenzione. Secondo Sarah Chynoweth, che ha condotto lo studio, le condizioni dei nuovi centri non saranno migliori dei centri di stallo illegali. Lo staff delle Nazioni Unite e dei volontari non ha accesso al centro. Tuttavia, i miranti con cui Chynoweth è riuscita a venire in contatto erano troppo terrorizzati per parlare. In una delle prigioni ufficiali, una diciannovenne nigeriana ha riferito ad un operatore sanitario che sia le donne che gli uomini sono minacciati costantemente. I migranti provano a scappare corrompendo più persone possibili.

All’inizio del mese, l’Unione europea ha pubblicato una nota nel quale veniva decretata la fine della crisi migratoria. Si leggeva inoltre che “i livelli attuali sono il 10% del picco del 2015”. Nel comunicato veniva fatto riferimento anche alle spaventose condizioni dei centri di detenzione ma nessuna soluzione era stata proposta. Uno degli aspetti positivi dello studio emerge dalle indagini portate avanti sulla nave Aquarius. A bordo dell’imbarcazione, i medici hanno constatato che i migranti di sesso maschile non sapevano di aver subito una violenza sessuale. Gli operatori sanitari hanno deciso nel 2018 di ampliare il supporto medico gratuito e l’assistenza psicologica. Il risultato è incoraggiante: il 33% delle vittime di abuso che si sono fatte avanti, lo scorso anno, a bordo dell’Aquarius erano di sesso maschile, mentre lo scorso anno si era registrato solo un 3%.

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