K metro 0 – Parigi – L’Agenzia internazionale dell’Energia ha spiegato nella giornata di venerdì che i tagli alla produzione da parte dei Paesi facenti parte dell’OPEC stanno contribuendo alla creazione di una riserva di scorta di petrolio, che potrebbe rivelarsi utile nel caso in cui avvenga una crisi di approvvigionamento improvvisa in Venezuela. La
K metro 0 – Parigi – L’Agenzia internazionale dell’Energia ha spiegato nella giornata di venerdì che i tagli alla produzione da parte dei Paesi facenti parte dell’OPEC stanno contribuendo alla creazione di una riserva di scorta di petrolio, che potrebbe rivelarsi utile nel caso in cui avvenga una crisi di approvvigionamento improvvisa in Venezuela.
La solidità del Venezuela come Paese produttore ed esportatore di petrolio è stata messa in dubbio. Nelle ultime settimane un blackout ha paralizzato l’intera nazione per una settimana, dimostrando come la rete di fornitura di energia elettrica sia già allo sbando. Dall’ultimo resoconto della IEA si evince che l’intera macchina dell’industria petrolifera venezuelana è stata messa in seria difficoltà dal blackout. Nel rapporto si legge inoltre che: “Perdite del genere su larga scala potrebbero mettere in seria difficoltà i mercati”. Il settore dell’esportazione petrolifera è da tempo sull’orlo di una crisi. I motivi vanno ricercati in anni di scarsi investimenti e gestioni poco efficienti, che hanno causato l’inasprimento delle sanzioni da parte degli Stati Uniti e la riduzione sempre più cospicua delle esportazioni.
I membri dell’OPEC hanno un esubero di 2,8 barili di petrolio al giorno, simile alla quantità prodotta dal Venezuela. Ciò significa che tale esubero potrebbe essere utilizzato tranquillamente dalle raffinerie. L’IEA ha spiegato che: “Nel caso in cui si verifichi una grave perdita di approvvigionamento, si potrà facilmente evitare il crollo dei mercati. I tagli alla produzione hanno ampliato il cuscinetto di scorte in esubero”.
Gli Stati membri dell’OPEC+ dal 2006 hanno concordato su una serie di limitazioni alle produzioni, per contrastare il crollo del prezzo del petrolio del 2014, causato da una sovrapproduzione. A seguito del saliscendi dei prezzi durante lo scorso anno, l’OPEC+ ha deciso di ridurre ulteriormente la produzione di 1,2 barili al giorno da gennaio a giugno. La IEA ha sottolineato come i livelli di produzione dell’OPEC+ siano stati al di sopra dell’obiettivo dei 44,3 barili al giorno di uno 0,24. Un andamento in linea all’80% con gli obiettivi. Mentre per quanto riguarda l’OPEC, continua la IEA: “La conformità si è assestata su un robusto 94%, rispetto al 51% dei restanti paesi. Se i produttori continueranno a rispettare gli impegni presi, il mercato potrebbe tornare ad un livello stabile nel secondo trimestre di quest’anno”.
Il prospetto dell’Agenzia internazionale dell’Energia è rimasto inalterato per i Paesi non facenti parte dell’OPEC. La produzione di petrolio si è assestata sui 64,4 barili al giorno quest’anno, guadagnando un 1,7 rispetto al 2018.