K metro 0 – Parigi – Il caffè francese, abituale punto di incontro per diverse persone, è una tradizione sempre più rara nei villaggi francesi., ma c’è qualcuno che per aiutare a rianimare la socializzazione rurale e gira per i villaggi francesi con un furgoncino e una licenza per i liquori. Sebastien Cherrier, un ex
K metro 0 – Parigi – Il caffè francese, abituale punto di incontro per diverse persone, è una tradizione sempre più rara nei villaggi francesi., ma c’è qualcuno che per aiutare a rianimare la socializzazione rurale e gira per i villaggi francesi con un furgoncino e una licenza per i liquori.
Sebastien Cherrier, un ex assistente scolastico istruttore di 44 anni, venerdì scorso stava servendo e bontà locali dal retro del suo Bar Truck nel villaggio di Villequiers. Più di una dozzina di clienti si sono riuniti sotto il gazebo a scomparsa installato nel furgone, aspettando, dietro il bancone di quercia donato da un falegname, che Cherrier li servisse.
Il sindaco Villequiers Pascal Mereau, che è anche insegnante nel villaggio, ha detto: “L’ultimo caffè qui ha chiuso un po’ più di un anno fa, ma nel 1985 ne avevamo ancora quattro”. Ha poi precisato che ormai il business locale è portato avanti da una drogheria, che è anche bar e affittacamere.
Il sindaco e gli altri residenti vedono l’iniziativa di Cherrier come un’opportunità per rianimare un tessuto civile che si sta logorando, mentre sempre più persone partono per le città più grandi, inducendo le imprese a chiudere e ridurre i servizi pubblici. Una tendenza, questa, che ha contribuito a una crescente spaccatura tra Parigi e altri centri urbani o turistici minori, lasciando prosperare i grandi centri da una parte, e isolando sempre più i villaggi della pittoresca campagna francese dall’altra.
La Francia contava circa 200.000 caffetteria fino al 1960, i quali servivano centro gravitazionale delle comunità locali e per i quartieri di tutte le città; nel 2015, secondo le statistiche, il numero registrato era di soli 36.000, venendo meno soprattutto nelle piccole e medie aree rurali: questo quanto riporta un rapporto del 2017 dell’ente francese Boissons e dell’agenzia per lo studio relativo ai consumatori CREDOC.
“Prima, i caffè ti permettevano di incontrare gente, sono venuto al Bar Truck per conoscere veramente i miei vicini”, ha detto Oliver, un artigiano di 50 anni che vive a Villequiers, e ha aggiunto “Fin ora era solo un rapporto di buongiorno e buonanotte”.
Con la testa rasata, i tatuaggi e la barba imponente, Cherrier ha iniziato il suo progetto diverse settimane fa da un furgone Renault modificato soprannominato “C’est l’Occaz”, o “Now’s the Time”, dipinto sul lato. Attraverso la sua pagina Facebook, Cherrier fa sapere dove si troverà di volta in volta. “L’idea mi balenava in testa da un po’” ha detto Cherrier, che ha anche lavorato come antiquario itinerante. “Ho attraversato molti villaggi intorno alla regione di Sancerre (nella Francia centrale) e sono rimasto allibito dal numero di aziende che hanno chiuso, in particolare i bistrot”, ha concluso.
L’originale Cherrier ha dichiarato di non essere sorpreso delle recenti proteste, a Parigi e nelle altre città, e ha commentato: “Non si può essere sorpresi che le cose stiano andando male, non abbiamo più posti dove andare e parlare dopo una giornata di lavoro”.
di Tosca Di Caccamo