K metro 0 – Roma – Il commissario per le infrastrutture e le reti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Antonio Nicita, ha reso nota la pubblicazione del primo numero dell’Osservatorio sulla disinformazione online. Da tempo l’Agcom si sta occupando della delicata questione. Lo scorso 23 novembre a Roma era già stato presentato il report
K metro 0 – Roma – Il commissario per le infrastrutture e le reti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Antonio Nicita, ha reso nota la pubblicazione del primo numero dell’Osservatorio sulla disinformazione online. Da tempo l’Agcom si sta occupando della delicata questione. Lo scorso 23 novembre a Roma era già stato presentato il report “News vs Fake nel sistema dell’informazione”
Il compito principale delle ricerche portate avanti è quello di analizzare il processo di produzione di disinformazione online. In particolare, osservare da vicino le tematiche trattate e provare a capire quali sono quelle più a ‘rischio’. Parte del materiale che appare in rete, infatti, è trattato in maniera inesatta o alterata. L’analisi si è concentrata su un campione di circa quindici milioni di documenti prodotti in Italia nel corso del 2018. Le fonti svariate: informative come i quotidiani, i canali televisivi e radiofonici, le testate giornalistiche online; di disinformazione come pagine e account social o siti web. In totale sono state prese in esame 1800 fonti.
Il dato più interessante, e allarmante, emerso dalle ricerche dell’Agcom è che il flusso informativo dello scorso anno è aumentato in concomitanza delle elezioni politiche e della fase di formazione del governo, con esso la quantità di informazioni erronee. Un quarto della produzione totale ha riguardato la cronaca, segue lo sport con il 16% e la cultura con il 14%. La politica ha rappresentato solamente il 12%. Gran parte dei contenuti disinformativi è stata riscontrata nella cronaca (34%), nella politica (19%) e nella scienza e tecnologia (18%). In quest’ultimo ambito è nato un vero e proprio paradosso visto che, durante l’analisi, è stata riscontrata una grave carenza di contenuti.
Ma quali sono le caratteristiche principale di una ‘fake news’? Questo tipo di notizie sono spesso polarizzanti, hanno un forte impatto emotivo nei lettori e sono facilmente condivisibili sulla rete. Per quanto riguarda le prossime elezioni europee, che si terranno dal 23 al 26 maggio, i media ne hanno cominciato a parlare con maggiore frequenza nella seconda metà del 2018. Le fonti che hanno prodotto contenuti relativi a questo argomento erano di tutti i tipi. Da notare che il 7% dei prodotti riguardanti il voto di maggio, proveniva da pagine e account social, che come è stato spiegato sono fonti di disinformazione.
L’agenzia SWG ha inoltre svolto un’indagine di mercato secondo cui per il 59% del campione di 1358 persone tra 14 e 74 anni preso in esame, è tema prioritario l’immigrazione. Per il 49%, invece, è tema prioritario la situazione economica, seguita dalla disoccupazione. Al quarto posto trova spazio il cambiamento climatico, mentre le minacce connesse al terrorismo precedono quelle relative alla criminalità. L’Agcom ha quindi voluto analizzare l’incidenza della disinformazione sulle stesse tematiche. Un quarto ha riguardato la criminalità, un quarto l’immigrazione, mentre il 19% dei contenuti inesatti o alterati riguarda la cronaca.