K metro 0 – Roma – Tre distinte operazioni hanno portato in carcere decine di boss e affiliati in Sicilia e in Veneto, e alla confisca di beni per 40 milioni di euro in Emilia-Romagna. In Campania la Dia di Napoli ha sequestrato ville e un’attività commerciale ai fratelli del noto capoclan casalese Michele Zagaria.
K metro 0 – Roma – Tre distinte operazioni hanno portato in carcere decine di boss e affiliati in Sicilia e in Veneto, e alla confisca di beni per 40 milioni di euro in Emilia-Romagna. In Campania la Dia di Napoli ha sequestrato ville e un’attività commerciale ai fratelli del noto capoclan casalese Michele Zagaria. Il messaggio sembra essere univoco: da nord a sud il tempo per la criminalità organizzata sta per scadere. A Palermo gli arrestati sono stati 32.
Sotto la lente degli investigatori è finito un call center attivo 24 ore su 24. I mafiosi facevano affari con la cocaina e i proventi venivano reinvestiti nei bus per le visite guidate e nel commercio. L’indagine costituisce un’ulteriore fase di quella sul mandamento mafioso di Porta Nuova e di una seconda che, nel dicembre scorso, aveva smantellato la nuova commissione provinciale di Cosa Nostra palermitana, che si era riunita per la prima volta il 29 maggio 2018 nella località di Altarello di Baida. In Veneto l’operazione ‘Camaleonte’ ha inferto il più grosso colpo di sempre al crimine del Nordest. I carabinieri di Padova e la guardia di finanza di Venezia hanno eseguito 33 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti appartenenti a un’organizzazione criminale di matrice ‘ndraghetista originaria della provincia di Crotone. L’indagine, nata nel 2015, ha coinvolto più regioni e riguarda le infiltrazioni della cosca Grande Aracri di Cutro nel tessuto economico veneto locale. Il 19 febbraio scorso altre 50 persone erano state arrestate, tra cui il sindaco di Eraclea, Mirco Mestre.
Restando al nord, la guardia di finanza di Cremona ha confiscato beni per un valore di 40 milioni di euro agli esponenti della cosca di ‘ndrangheta riconducibile al boss Nicolino Grande Aracri, tra cui 235 immobili e 50 automezzi. L’indagine, coordinata dalla Dda di Bologna, ha consentito di giungere alla definitiva condanna di esponenti di spicco della cosca stanziatasi nelle aree a cavallo di Lombardia ed Emilia. Il guadagno dell’usura, con tassi fino al 200%, veniva riciclato in investimenti immobiliari, strutture turistiche, società agricole, edili, in imprese di trasporti e logistica.
In Campania, invece, la Dia di Napoli ha eseguito un decreto di sequestro preventivo che riguarda due ville e un’attività commerciale ubicate a Casapesenna (Caserta), e riconducibili ai fratelli del noto capoclan casalese Michele Zagaria, del valore complessivo di circa 3 milioni di euro. “Più di sessanta arresti, tra Veneto e Sicilia, per stroncare ‘ndranghetisti e mafiosi. Sequestrate, a Napoli, due ville e un negozio riconducibili ai familiari del boss camorrista Michele Zagaria. Valore: circa tre milioni. Grazie alle Forze dell’Ordine e agli inquirenti, che ci fanno cominciare bene la giornata”, ha commentato il ministro dell’Interno, Matto Salvini, che si è detto “orgoglioso” delle “nostre donne e dei nostri uomini in divisa”.